Oggi la città di Lugo ha ricordato il Maggiore Francesco Baracca nel giorno del 100esimo anniversario della sua morte, avvenuta il 19 giugno 1918 a Nervesa della Battaglia (Tv).
In una piazza Baracca gremita di tanti cittadini e centinaia di bambini e ragazzi delle scuole lughesi, è stata letta inizialmente una breve biografia dell’asso dell’Aeronautica italiana e Medaglia d’oro al valore militare. La cerimonia è poi iniziata con la deposizione di una corona davanti al monumento dedicato a Baracca, alla presenza del sindaco di Lugo Davide Ranalli, del prefetto di Ravenna Francesco Russo e del Generale di Squadra Aerea Settimo Caputo, seconda carica dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, in rappresentanza di tutte le forze armate su incarico del Capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano.
In seguito, per ricordare la figura dell’aviatore lughese, il direttore del museo “Francesco Baracca” Daniele Serafini ha letto alcuni passi tratti dalle sue lettere alla famiglia, in cui Baracca raccontava delle sue giornate durante i suoi studi in Italia e in Francia. Sono stati inoltre letti i messaggi inviati per l’occasione dall’ingegner Piero Ferrari, figlio di Enzo Ferrari, e dalla Regina Madre del Belgio, Paola Ruffo di Calabria.
“Ho tenuto a essere presente oggi con questo messaggio, desiderando sottolineare quanto la mia famiglia sia storicamente e affettivamente legata alla memoria dell’eroe Francesco Baracca, per il quale mio padre nutriva una grande ammirazione – ha scritto Piero Ferrari -. Da 90 anni il cavallino di Baracca ha continuato a essere il simbolo dell’Italia che vince, anche in tempo di pace. Ecco perché Francesco Baracca, anche a un secolo dalla sua scomparsa, viene ricordato in tutto il mondo quando nei Gran Premi sventolano, con amore e orgoglio, le bandiere del cavallino rampante. Non posso concludere questo mio saluto senza ricordare la memoria della mia amata nonna paterna Adalgisa e di mio padre, cittadino onorario della vostra, della nostra città”.
Nel suo messaggio, Paola Fulco di Calabria ha invece citato alcuni scritti ricevuti da suo padre, l’aviatore Fulco Ruffo di Calabria, in cui veniva ricordato Francesco Baracca. La Regina Madre del Belgio ha aggiunto che tutti gli scritti del padre “dimostrano l’ammirazione che nutriva nei confronti di Francesco Baracca, il modello che gli ispirava, l’amicizia profonda che li legava. Sono e sarò tra voi col pensiero durante queste commemorazioni che servono a indicare e a ricordare alle giovani generazioni i modelli di abnegazione, di coraggio, di generosità dei loro predecessori”.
Sono poi intervenuti il sindaco di Lugo Davide Ranalli e il generale di squadra aerea Settimo Caputo, sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare.
Il sindaco di Lugo Davide Ranalli ha letto il messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Nel giorno del centesimo anniversario della morte del Maggiore Francesco Baracca sul Montello, onoro la memoria dell’asso degli assi dell’aviazione italiana – ha scritto -. Oggi, a 130 anni dalla nascita e nel centenario della sua scomparsa, ricordiamo il suo contributo di valoroso al compimento dell’Unità d’Italia, il suo esempio ricco di ideali per le giovani generazioni”.
“Mai come quest’anno, e specialmente in questo giorno, la città di Lugo si è stretta con tanto calore attorno alla figura di Francesco Baracca, pioniere dell’aria che attraverso la sua umanità ha insegnato tanto, all’Italia e agli italiani – ha detto Davide Ranalli durante il suo discorso -. Baracca non appartiene solo al suo tempo, ma è divenuto nel corso dei decenni un simbolo dell’intera nazione, portando con sé un forte elemento di riflessione. Il suo lascito è un patrimonio condiviso e universalmente riconosciuto per come ha interpretato la sua missione, per il senso del dovere, per la lealtà, per lo spirito di modernità e il coraggio pioniere che lo ha portato a sposare le nuove frontiere dell’aviazione, per non aver mai combattuto un nemico, ma un avversario, per aver sempre mirato alla macchina, mai all’uomo. Il suo cavallino rampante è un simbolo divenuto emblema che ancora oggi parla al cuore degli italiani, sul filo di un legame rinnovato, che Piero Ferrari ci testimonia, nonostante ancora qualcuno cerchi di sostenere il contrario, e che ringrazio con grande affetto”.
“È per me motivo di grande onore poter commemorare la leggendaria figura del nobile cavaliere, del glorioso aviatore, dell’asso degli assi che da sempre costituisce il luminoso e indiscutibile emblema della nostra tradizione aeronautica – ha dichiarato il Generale di Squadra Aerea Settimo Caputo -. Come pilota proveniente dagli Stormi Caccia dell’Aeronautica Militare, sono stato subito rapito dalla valorosa figura di Francesco Baracca, che eccelso precursore del combattimento aereo, ne ha tracciato la genesi e lo sviluppo. Oltre a essere indiscusso capostipite delle future generazioni dei nostri piloti, Baracca donò alla nuova forza aerea il valore fondante, lo spirito immortale. Francesco Baracca nella sua pur breve vita ci ha donato una luce, una forza e un esempio che ci sorreggono ancora oggi”.
Dopo la lettura della “Preghiera dell’aviatore”, recitata da un ufficiale dell’Aeronautica Militare, piazza Baracca è stata sorvolata dalla Pattuglia Acrobatica Nazionale.
Subito dopo, le celebrazioni si sono spostate all’oratorio di Sant’Onofrio, in largo Baruzzi, dove è stato reso omaggio al sarcofago di Francesco Baracca, che rimarrà all’oratorio fino a domenica 24 giugno. I presenti hanno inoltre visitato la mostra fotografica, ospitata sempre all’oratorio di Sant’Onofrio, e partecipato infine a una visita guidata al museo “Francesco Baracca”.
In occasione delle celebrazioni per Francesco Baracca, inoltre, c’è stato uno speciale annullo filatelico sotto il Pavaglione, di fronte all’ingresso principale della Rocca.