«L’idea è venuta alla maestra Chiara Rosati Valentinotti – spiegano le due animatrici Silvia Tabanelli e Caterina Cavina –. La docente non vuole che un patrimonio come il nostro dialetto vada perduto. Siamo felici di partecipare al progetto, gli anziani traggono grandi benefici dall’incontro con i bambini, si sentono utili e percepiscono affetto e attenzioni.»
Tabanelli e Cavina hanno redatto anche una breve guida al dialetto e alle tradizioni romagnole che è stata data agli alunni. «Siamo partite dall’origine della nostra lingua, per poi passare ai modi di salutare, ai giorni della settimana e ai mesi dell’anno, ai proverbi e alle parole legati ad ogni mese. Abbiamo aggiunto un breve dizionario con i termini più usati, una descrizione dei simboli della Romagna a partire dalla Caveja, alcune zirudele e una canzone molto nota che canteremo tutti insieme “A gramadora”.»
Gli incontri, cominciati a novembre, hanno cadenza mensile e dureranno fino alla primavera del prossimo anno.
«Gli anziani erano veramente felici e i bambini pure. Sono stati molto educati, attenti, interessati e preparati. Alcuni – raccontano le animatrici dopo il primo incontro – conoscevano già dei termini e dei modi di dire, un po’ li hanno imparati in classe e un po’ li sentono a casa dai loro nonni. Erano curiosi verso i nostri ospiti, hanno fatto loro domande sul lavoro che facevano e sul tempo passato.»
La prima lezione ha avuto anche un momento emozionante: un’anziana ha compiuto ottantanove anni, il figlio le ha portato della ciambella e i bambini le hanno cantato tanti auguri, prima in italiano e poi in dialetto. La signora ha gradito molto.
Nella prossima lezione si parlerà del Natale, ma rigorosamente in dialetto.