“In relazione agli articoli apparsi in questi giorni in diverse testate locali, che evidenziano come l’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna sia in Emilia-Romagna il fanalino di coda nella classifica dei migliori nosocomi, riteniamo doveroso esprimere alcune considerazioni, tenendo comunque a mente che il metodo di giudizio adottato sui singoli Presidi Ospedalieri sicuramente penalizza le strutture che operano maggiormente in rete.
Nell’Ospedale di Ravenna sono impegnati centinaia di professionisti che certamente avrebbero meritato in tutti questi anni di ricevere maggiori e doverose attenzioni da politica e istituzioni per il delicato compito che quotidianamente svolgono, con estrema dedizione e professionalità, a garanzia della salute pubblica.
Perché non possiamo scordare, e la recente pandemia da Covid 19 lo ha chiaramente dimostrato, che se oggi il nostro sistema regge lo si deve prioritariamente a tutti gli operatori e professionisti che sono il vero valore aggiunto della sanità pubblica nonostante la poca attenzione istituzionale degli ultimi anni che ha reso il sistema sempre meno attrattivo.
Vorremmo quindi che ogni intervento fosse finalizzato a valorizzare le singole competenze delle tantissime persone coinvolte; donne e uomini che da tempo richiedono sinergia tra istituzioni e politica per un vero piano di investimenti che rilanci la rete salute nel suo complesso, sia sul versante ospedaliero che territoriale, e che metta al centro dei propri obiettivi i professionisti quali unici e veri attori a garanzia dei servizi essenziali resi al cittadino.
Sarebbe necessario ricordarsi che è la Costituzione a definire la Sanità quale livello essenziale di prestazione da valorizzare, tutelare e garantire. Lo ricorderemo anche alla Regione Emilia-Romagna con i presidi che faremo martedì 7 dinanzi a tutte le Aziende Sanitare, tra cui anche l’AUSL della Romagna con specifico presidio in via De Gasperi 8 a Ravenna, visto che tuttavia stiamo assistendo a un graduale blocco del turn-over e riduzione degli organici. Non di certo un bel modo per ricompensare gli “Eroi”.”