Giovedì 17 febbraio 2022 alle ore 17, ISIA Faenza apre al pubblico le porte della propria sede, lo storico Palazzo Mazzolani, per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2021-2022 che vedrà la partecipazione di Diego Cibelli (Napoli, 1987), protagonista della conferenza Materia Relazionale / Materia Laboratoriale. Dopo gli interventi istituzionali di Michele De Pascale, Presidente della Provincia di Ravenna, e di Massimo Isola, Sindaco di Faenza, interverranno Giovanna Cassese e Maria Concetta Cossa, rispettivamente presidente e direttore di ISIA Faenza e Benedetta Innocenti, rappresentante della Consulta degli studenti. L’ingresso all’Aula Magna è libero su prenotazione fino a esaurimento posti (con Greenpass rafforzato). L’evento sarà trasmesso anche in streaming sul canale Youtube dell’Isia
Il titolo della conferenza di Diego Cibelli è tratto dal workshop che l’artista ha condotto tra gennaio e febbraio 2022 negli spazi di ISIA Faenza, coinvolgendo gli studenti dei Bienni di Design del Prodotto e Design della Comunicazione. Per Cibelli, il materiale ceramico è caratterizzato da una natura “connettiva” capace di generare discussione; per “addomesticarlo” è necessario creare un team di lavoro che agisca tramite valori quali scambio, dialogo e condivisione.
Al contrario di altri paesi europei in cui la rivoluzione industriale è stata preponderante, l’Italia ha una storia ricca di collaborazioni e alleanze, che hanno contribuito a dare una maggiore complessità alla sua cultura progettuale: nel nostro paese, ad accogliere queste esperienze di condivisione è sempre stato lo scenario produttivo del laboratorio che grazie alle sue ‘radici’, può continuare a rappresentare un contesto capace di ispirare produzioni con un’estetica che nasce prima di tutto dall’etica delle relazioni tra le persone, ed è frutto di una collaborazione di energie e di idee prima ancora di essere forma e funzione. Lo scambio culturale è una necessità, uno strumento di conoscenza reciproca: l’Italia ha sempre mantenuto una sua particolare identità culturale, nonostante le continue invasioni e dominazioni, grazie alla sua capacità di assorbire e rielaborare a suo modo le influenze straniere e di produrre oggetti che non fossero mai solo oggetti ma – per citare tre parole chiave del workshop – “scambi, continuità e innovazioni incomplete”.
Oggi più che mai, il design italiano può ripartire dalla dimensione laboratoriale, elaborando un modello autonomo di produzione basato sullo scambio ma allo stesso tempo capace di mantenere un forte legame con la sua storia. Una continuità progettuale che ha rinvigorito il processo di dialogo tra generazioni e cultura materiale, anche tramite la produzione di oggetti che inglobano esperienze stratificate producendo forme che sono come “anticorpi” in grado di evolversi e rigenerarsi nel tempo. Nel corso del workshop, grazie a una ricerca d’archivio e dal recupero di calchi e immagini provenienti dalla tradizione faentina, dalla Real Fabbrica di Capodimonte e dal suo laboratorio, Cibelli ha proposto la realizzazione di una serie di totem, modellati tramite un condiviso dialogo con gli studenti. Ogni silhouette è frutto appunto di scambio e sperimentazione, due valori propri della dimensione laboratoriale e quanto mai indispensabili per poter comprendere la società attuale e trovare un proprio posto al suo interno.
Secondo Giovanna Cassese, presidente di ISIA Faenza: “L’inaugurazione di quest’anno accademico è altamente simbolica, fortemente voluta dagli organi in un momento così complesso per tutti e specialmente per i giovani e per il mondo della cultura e della formazione. È un forte messaggio di speranza e una dichiarazione di politica culturale dell’istituzione che si rafforza nella consolidata tradizione delle industrie culturali e creative, vero patrimonio dell’Italia tra valorizzazione del genius loci e sguardo critico e innovativo sull’intero mondo del progetto. L’ISIA non si è mai fermata durante la pandemia e ha continuato a produrre ricerca, fondata su chiari principi etici ed estetici, oltre il confine tra arti, artigianato e design. È una comunità laboriosa e all’avanguardia che dà fiducia e strumenti di conoscenza ai suoi allievi, i nostri futuri designer, a cui è affidata la progettazione di un mondo ecosostenibile e resiliente. Oggi non si può che ripartire dalla formazione se si vuole “cambiare strada” per dirla con le parole del filosofo e sociologo francesce Edgard Morin”.
Maria Concetta Cossa, direttore di ISIA Faenza, afferma: ”Stiamo lavorando intensamente per creare esperienze che arricchiscano ulteriormente il percorso formativo previsto dai piani di studio e offrano maggiori opportunità di conoscenza ai nostri studenti. In tale direzione si è pensato di progettare un’articolata attività di workshop e conferenze secondo una visione coerente – e ambiziosa – utile per disegnare nuove dimensioni e nuove opportunità per la figura del giovane progettista: una figura capace di declinare tradizioni e culture e che, con senso critico e coscienza etica, sappia osservare il presente e guardare verso il futuro. Per questo ci si è avvalsi della preziosissima collaborazione di designer, artisti, aziende ed enti operanti nel territorio, non solo locale. Il lavoro di Diego Cibelli, condotto insieme ai nostri studenti dei Bienni di Specialistica e in stretta collaborazione i nostri docenti, inaugura perfettamente e simbolicamente questo percorso”.
Nata con una forte vocazione verso la ceramica, negli anni ISIA Faenza ha allargato la propria sfera d’azione a tutta la complessa area del Design di prodotto e della Comunicazione, improntando la didattica progettuale verso la ricerca e la sperimentazione tecnologica avanzata anche nel settore ceramico e aprendo la didattica verso le nuove forme di comunicazione a supporto dell’ambito produttivo e dell’altissima tradizione che caratterizza la città di Faenza. Inoltre l’ISIA Faenza può contare su due punti di forza esclusivi: l’accesso a un numero programmato – l’iscrizione infatti è consentita a un massimo di 30 studenti per anno – e la presenza di numerosi laboratori di comunicazione e di modellistica dedicati ai diversi corsi di progettazione, dai materiali ceramici al legno, ai metalli a quello per i polimeri, fino all’audiovisivo e al fashion che uniscono lo studio della progettazione alla realizzazione manuale e oggi anche digitale del prodotto.
L’offerta formativa dei corsi è inoltre annualmente integrata da molteplici attività, tra cui la partecipazione al Fuorisalone della Milano Design Week e ad altre importanti manifestazioni italiane, le collaborazioni con enti pubblici, aziende e professionisti del settore come i workshop condotti da autorevoli designer e artisti internazionali tra cui Andrea Anastasio, Salvatore Arancio, Diego Cibelli, Paolo Deganello, Giulio Iacchetti, Ugo La Pietra. Luciano Perondi, Denis Santachiara e Joe Velluto, la pubblicazione di cataloghi, le attività d’orientamento, i seminari e le conferenze tenute da figure influenti nel campo del design, dell’arte e dell’impresa.
L’inaugurazione dell’Anno Accademico sarà anche l’occasione per annunciare la programmazione di ISIA Faenza per il 2022, ricca di workshop, collaborazioni, incontri e importanti occasioni di crescita e sperimentazione per i giovani designer.
Diego Cibelli (Napoli, 1987) si laurea a Berlino presso la Weissensee Kunstochschule Berlin con una tesi in geografia umanistica, iniziando a produrre lavori che evidenziano la relazione tra l’uomo e l’ambiente. I suoi studi continuano nell’ambito del Design del prodotto, con una laurea presso il Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” di Aversa. Qui Cibelli si focalizza sul medium installativo come strumento di indagine dei diversi aspetti dell’abitare, identificando una rilevante dimensione culturale nella funzione stessa del risiedere in un luogo. Con la messa in moto di una serie di referenze culturali e visive, Cibelli costruisce scenari che guidano a loro volta il disegno progettuale delle installazioni. Ogni scenario, inteso come insieme di relazioni immateriali e materiali tra uomo e paesaggio, è concepito come un habitat e composto da più oggetti, prodotti nella materia vivente della porcellana e della ceramica, ed organizzate in una dimensione narrativa. Il suo lavoro è stato esposto in diverse sedi istituzionali in Italia e all’estero tra cui: Kunsterhaus Bethanien Berlin, Galleria Atelier 35 di Bucarest, MSU Museo d’Arte contemporanea di Zagabria, Izolyatsia Foundation a Donetsk in Ucraina, Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires. Ha preso parte a numerose residenze d’artista e tenuto diversi workshops. Nel 2021 il Museo e Real Bosco di Capodimonte gli dedica la mostra personale L’Arte del Danzare assieme. Nello stesso anno, sempre a Napoli, è protagonista di altre due personali: presso la Real Fabbrica di Capodimonte e Feed me with domestic stuff presso Made in Cloister. I suoi lavori sono parte di diverse collezioni museali, tra cui quelle di MAD Museum of art and design di New York e Museo e Real Bosco di Capodimonte.