Arrivano dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna le consuete e preziose valutazioni degli effetti della pandemia sull’economia provinciale. Brusca la caduta, nel 2020, della ricchezza prodotta nella nostra provincia (-7,7%), leggermente inferiore a quella registratasi per l’Emilia-Romagna (-8,7%) e per l’Italia (-8,6%). L’attesa per il 2021 sarà per una crescita dell’economia ravennate che sarà però solo parziale (+5,4%), contenuta a causa della persistente trasmissione della pandemia nella prima parte dell’anno e non sarà sufficiente a recuperare le perdite subite. Per il 2022 si ipotizza segno più ma con una spinta meno vigorosa (+4,9%).
A contribuire alle stime di crescita previste per quest’anno la ripartenza del reddito disponibile (+4,9%) e dei consumi delle famiglie (+4,2%), ma senza il supporto del rilancio dell’interscambio commerciale (-4,2% la stima delle esportazioni per il 2021). In crescita, nel 2021, anche il valore aggiunto per abitante (28.000 euro), a fronte dei 29.000 euro del 2019 e dei 26.500 euro del 2020, che si stima porterà a fine anno il valore provinciale della ricchezza prodotta dai 10,3 miliardi di euro del 2020 ai 10,9 del 2021, sebbene ancora lontani dal valore del 2019 (11,3 miliardi di euro)
Inoltre, considerando il valore aggiunto pro-capite a valori correnti (stime Prometeia), nella graduatoria delle province italiane, ove Milano si colloca in pole-position, Ravenna dal 20° posto del 2019, retrocede al 24° nel 2020 ed in quella posizione si dovrebbe assestare anche nel 2021. Per quanto riguarda il contributo dei settori economici provinciali, nel 2020 sono il valore aggiunto dell’industria in primo luogo (-9,5%) e quindi quello dei servizi (-7,9%) che manifestano maggior sofferenza; molto più contenuta la contrazione nelle costruzioni, che dovrebbe fermarsi a -0,2%
Nel 2021, l’avvio della ripresa sarà ridotta in tutti i settori e condurrà a una crescita del valore aggiunto prodotto dall’industria del +9,8%; per le costruzioni, la tendenza positiva riprenderà con maggior vigore (+13,9%), grazie anche alle misure di incentivazione adottate dal Governo. Gli effetti negativi dello shock da Coronavirus si faranno sentire più a lungo nel settore dei servizi, in particolare nel turismo e pubblici esercizi, e nel 2021 la ripresa sarà decisamente più ridotta e lenta (+4,0%)
Gravi gli effetti della pandemia sull’export ravennate nel 2020 (-13% rispetto al 2019) e l’analisi territoriale del commercio con l’estero mostra performance negative per la maggior parte delle province italiane. Secondo le previsioni, le vendite all’estero sosterranno la ripresa nel 2021 in regione e nel resto del Paese (+12,7% in Emilia-Romagna e +12% mediamente in Italia), ma non nella provincia di Ravenna per le quali ci si attente un altro segno meno (-4,2%), frenate dalla contenuta crescita dei mercati europei che costituiscono lo sbocco principale per le imprese ravennati.
Il Covid non risparmia neppure il mercato del lavoro, che, nel 2020, ha registrato un calo dell’occupazione del -4,6%, a fronte del -2,1% dell’Emilia-Romagna e del -2% dell’Italia, ed un aumento del tasso di disoccupazione al 6,9%, a fronte del 5,7% dell’Emilia-Romagna e del 9,2% dell’Italia. Tasso di disoccupazione – conclude l’Ufficio Studi e Statistica dell’Ente di Viale Farini – che, nel 2021, per la provincia di Ravenna dovrebbe ulteriormente aumentare, attestandosi sul 7,4%, così come la tendenza negativa proseguirà per gli occupati, ma decisamente più contenuta (-0,6%).