“Sabato pomeriggio 13 aprile alle 17 stavo seduto sul muretto che è a fianco, sotto i portici a Palumbo. Ed ero vestito anche bene Sono arrivati i carabinieri, una pattuglia mi hanno salutato e poi mi hanno detto.
Come mai è qui, vedevo tanta gente attorno a me magari dall’altro lato dove magari stanno le persone giuste, mi dia i documenti, noi siamo obbligati perché avrà saputo cosa è successo.
Io sono cascato dal pero, gli ho dato i miei documenti e loro mi hanno individuato e poi salutato.
Mi sono chiesto che cosa sará successo, un atto di terrorismo, che mina le fondamenta delle istituzioni.
Sono stato in consiglio comunale martedì scorso e ho sentito alcuni consiglieri e anche il vice sindaco porre solidarietà alla polizia locale e riesumare gli anni del terrorismo.
E dall’altra parte una manifestazione l’altra settimana, contro la repressione in questa città, a cui hanno partecipato più poliziotti che manifestanti.
Insomma posizioni speculari una all’ altra, senza proporzioni e ognuno con i propri fantasmi non che in Italia non ci sia un propensione al manganello facile anzi.
Certo i ragazzi che stavano in Piazza Francesco ad ascoltare musica a tutto volume sbagliano, devono convivere anche con altri e forse cercare anche un altro posto dove godere della loro musica.
Forse accapigliarsi con la polizia locale non è la maniera giusta per richiedere piacere e diritti.
Alzare le mani da qualsiasi parte venga non sta né nello stato di diritto né nella propensione a risolvere insieme i problemi anche dentro al diritto di autodifesa.
Ma partire da questo episodio, per estremizzare le parti:da una parte c’è un nemico e cattivi maestri e dall’altra la città repressiva.
A sembra manchi un equilibrio e un modo di vedere la vita reale della città ,che va da tutte altre parti e credo che lo dico con rispetto ai carabinieri che mi hanno fermato.
I problemi di legalità si trovano anche in città dentro una realtà spaziale e temporale magari molto più nascosta, oppure dietro l’angolo che i cittadini vivono in maniera molto critica.
A volte credo manchi il senso della misura da una parte e dall’altra e questo non aiuta a una convivenza rispettosa e a una crescita civile della propria città.
NB. La prossima volta che andrò in Piazza San Francesco, mi metterò dall’altro lato della piazza, dove stanno le persone giuste e legali.”
Ivano Mazzani