Pubblichiamo la lettera inviata in redazione da Ivano Mazzani, che critica la gestione della campagna elettorale per le regionali che dovranno decidere il nuovo presidente e il nuovo consiglio dell’Emilia-Romagna:
“Che succede cara politica anche durante queste campagne elettorali parlate solo in maniera autoreferenziale con gruppi strutturati, sia da una parte che dall’altra, e non parlate alle persone.
Si comunica che per lavori di pulizia dei fossi stradali lungo via Tabacca (parallela della provinciale Corleto), in programma da lunedì 4 novembre, nella fascia oraria dalle ore 7 alle 18, fino a fine lavori, viene istituito il divieto di transito per tutti i veicoli, eccetto i mezzi di soccorso, emergenza e i veicoli in uso a residenti e frontisti. Sarà compito della ditta esecutrice dei lavori garantire l’accesso ai passi carrabili e agli accessi disposti lungo i tratti oggetto dei lavori indicando a residenti e frontisti il percorso utile per raggiungere la propria abitazione.
Quelle quotidiane di tutti i giorni, quelle che sentono anche attraversarsi da difficoltà e smarrimenti. Non solo legate alle ingiustizie, ma anche alle tragedie. E abbiamo visto anche quella di Valencia e e anche le nostre.
Eppure su queste macerie la politica è chiusa in se stesso e i partiti politici dovrebbero essere partiti che costruiscono cultura oltre che condizioni tecniche, tra l’altro dimenticandosi che le tragedie nascono a monte anche sulle scelte fatte di un malo modo.
Costruendo una società che si dimentica di chi è più debole, che è solo figlia di un consumismo devastante da tutti i punti di vista e che mette in evidenza fragilità su fragilità, di cui poi se ne pagano le conseguenze sia dal punto di vista umano, sia dal punto di vista sanitario e ambientale, tutti i giorni.
Le forze progressiste sono le prime a essere responsabili perché hanno dimenticato il valore profondo e che cosa sia il rapporto tra umano, natura e relazioni. Soprattutto quelli cosiddetti progressisti dovrebbero essere un corpo intellettuale che attraversa emozioni e pensieri e su questo costruisce una vera progettualità comunitaria e insegna a noi cittadini di piccolo cabotaggio le scelte piccole che poi diventano grandi (non per indottrinarci o a prepararsi a chissà quale ideologia), ma che danno sapore al pensiero. E al modo di sentirsi forza di esistenzialità per essere essere protagonisti di questi profondi cambiamenti traumatici e dolorosi che non sono solo emergenze; invece la campagna elettorale è tutta chiusa in sé stessa. Come già capita, le persone non andranno a votare, saranno tante, ma questo poco importa. Soprattutto è una grande delusione che i partiti non siano più capaci di essere un intellettuale di massa e di essere loro a proporsi come dimensione di trasformazione del pensiero delle nostre emozioni e delle nostre azioni”.