“Voglio ringraziare prima di tutto la cooperativa Cab, i braccianti che hanno permesso di mettere l’acqua del canale attorno a Ravenna nel loro 200 ettari di campagna loro e che hanno lottato nella loro storia per bonificare quei terreni paludosi per poi renderli fertili per l’agricoltura E sapendo che tuttora la realtà delle nostre campagne è drammaticamente dentro una distruzione dei raccolti e della produzione agricola.
Questo questa scelta Cab ha permesso a noi cittadini della città di Ravenna di restare all’asciutto e tutto ciò che ne consegue in positivo,
avendo drammaticamente presente che cosa vuole dire un territorio invaso dall’acqua. Questo è un atto di generosità che spero verrà indennizzato come tutto il comparto del sistema agricolo e industriale.
Ringrazio la protezione civile tutte quelle realtà compreso il nostro comune il nostro sindaco che ci ha messo tutto il tempo, l’intelligenza personale, e collettiva per mettere insieme un’organizzazione difficile e complessa e spesso anche drammatica e l’ho visto anche in TV commuoversi lui che viene definito un uomo tutto di un pezzo.
Allo stesso sindaco vorrei però chiedere ha affermato in alcune interviste ricostruiremo non come prima ma meglio di prima.
È vero che ora bisogna lavorare con il governo e con la regione, con l’Europa, perché arrivino i soldi gli indennizzi, gli investimenti per dare risposte concrete ai tanti drammi e tanti problemi economici ambientali e sociali anche per attraversare il lutto dei morti di questi giorni che ci portiamo dentro come comunità. Proprio come comunità stiamo cercando di rispondere e ci sono tanti esempi virtuosi soprattutto molti giovani,io nel mio piccolo mi sono dato disponibile per essere volontario tramite il comune di Ravenna, ho fatto un versamento monetario in base alle mie possibilità ma su quel ricostruire meglio, vorrei che la comunità e non solo le loro parti sociali ed istituzionali venga coinvolta; perché se dobbiamo attraversare un periodo così difficile e lungo come quello anche della ricostruzione in maniera qualitativa, dobbiamo costruire una coscienza collettiva e anche un altro modo di attraversare la vita nella relazione con l’ambiente, con i territori, con la produzione col modo di esprimere coesione sociale e lungimiranza produttiva e di intervento su tutto quello che sono state le criticità che hanno provocato questo disastro nelle nostre città nei nostri territori sia dal punto di vista ambientale che strutturale. Abbiamo bisogno anche di un cambiamento culturale ed individuale profondo, per provare a far fronte a tutto quello che è successo che è una grande ferita e un grande dolore che ancora ci attraversa.”
Firmata Ivano Mazzani