Pubblichiamo la lettera aperta alla Senatrice Marta Farolfi da parte di una cittadina brisighellese

“Egregia Senatrice,

mi rivolgo a lei, perché essendo di Brisighella può più di altri avvertire il clima che si respira nel territorio alluvionato.

Parlare di delusione è estremamente limitativo, poiché tutti noi avvertiamo che, oltre al danno, c’è la beffa da parte dello stato dove impazzano le lotte politiche senza esclusione di colpi ma sempre sulla nostra pelle, quindi beffati e umiliati con ordinanze, con mancato rispetto di quanto annunciato (vedi credito d’imposta promesso a fine gennaio nelle riunioni pubbliche dalla struttura commissariale), con interviste surreali che vantano i grandi risultati di 500 ristori per 30000 alluvionati, con grandiose promesse di concessione di 6000 euro per gli arredi, magari da cui detrarre i 5000 del CIS (!!!): cose mai avvenute, senz’altro, perché alle beffe non c’è limite. Qualcuno si è mai posto il problema della differenza tra terremoto e alluvione, oppure, come ormai è convinzione comune, la politica vive e opera in un’altra realtà, non quella dei poveri cittadini ? A meno che le case non siano state rase al suolo, la situazione delle aree terremotate è ben diversa, con l’alluvione invece sono tanti a non aver salvato nemmeno le mutande, si immagini tutto il resto.

A noi che abbiamo perso da qualcosa a molto a tutto, non interessano le squallide polemiche pre elettorali tendenti a mettere in evidenza il perché di quanto avvenuto o addirittura avere assistenza legale, ci interessa realisticamente sapere cosa si intende fare per mettere in sicurezza il territorio. Tanti non hanno modo di affrontare le spese e non sono in condizione di accedere a mutui, pertanto rinunciano e abbandonano le case al loro destino magari svendendole; chi invece sta dando fondo ai propri risparmi o si fa aiutare dalle proprie reti familiari nella speranza che poi ci sia un rimborso (il cosiddetto 100% del 50%), vorrebbe conoscere i programmi, anzi i cronoprogrammi delle azioni che garantiscono una ricostruzione non vanificabile dal ripetersi dell’evento: solo a opere avvenute e non certo tra 12 anni come si va dicendo, in ogni caso non a parole, potremo giudicare chi ha operato meglio nei confronti dei cittadini e far pesare la bilancia nel segreto dell’urna.

Altra questione “inspiegabile” è il silenzio assoluto delle diverse parti politiche sulla questione fognaria e le responsabilità di Hera, che io definisco “la nebulosa inafferrabile”. Come mai nessuna polemica ? Come mai il silenzio davanti alle vaghe promesse di lavori da attuare in tempi esponenziali ? Come mai ci si accontenta delle parole ? Si è consapevoli che la rete fognaria è ostruita al 50% da fango cementato e che al prossimo allagamento soffriranno non solo le aree prossime ai fiumi ma i centri storici ? Qualcuno è in grado di ricordare a Hera, direi qualcosa di più,  che oltre ai guadagni, ha precisi compiti gestionali ?

Dopo il Covid, che già per molti di noi aveva causato pesanti drammi, la vita ci ha presentato un conto salatissimo da pagare, un’autentica situazione “di guerra” e senza gli auspicabili supporti per poter fare fronte in modo dignitoso, almeno con l’attenzione e il rispetto dello stato verso i propri cittadini.”

Distinti saluti Marcella Vitali