“L’aumento vorticoso dei prezzi dei materiali utilizzati nel settore delle costruzioni, fenomeno esploso negli scorsi anni innescato dalla crisi pandemica e dal conseguente limitazione e riduzione delle forniture, ha messo in grande difficoltà molte imprese edili, che si sono trovate nell’impossibilità di tener fede agli impegni presi al momento dell’aggiudicazione degli appalti di opere pubbliche.
Questo fenomeno è ben conosciuto da Istituzioni ed Enti Locali. Nel corso del 2022, infatti, al fine di affrontare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, il Governo ha adottato misure molto chiare, disponendo per legge che tutti i contratti per i quali sia stata presentata un’offerta entro il 31 dicembre 2021 debbano essere adeguati ai nuovi prezziari che le regioni avrebbero dovuto realizzare antro luglio 2022. La legislazione ha anche previsto come reperire le risorse finanziarie necessarie per far fronte a tali aumenti e, in caso di insufficienza delle stesse, ha autorizzato le stazioni appaltanti a fare richiesta al Fondo istituito dal Ministero delle Infrastrutture.
La Regione Emilia-Romagna ha rispettato questo impegno, adottando prezziari specifici in risposta a questa problematica, con valori degli aggiornamenti dei prezzi molto consistenti, tra un 20-30% rispetto allo stato avanzamento lavori maturato sul contratto base. Questo a dimostrazione di un problema reale e di un rischio tangibile per la sostenibilità economica delle imprese.
Anche le scadenze per le richieste al Fondo sono state fissate con cura. Per il primo semestre del 2022, la scadenza era il 31.08.2022, mentre per il secondo semestre dello stesso anno la scadenza era il 31.01.2023. Scadenze fondamentali, queste, per garantire che le risorse siano disponibili tempestivamente per affrontare le sfide economiche e logistiche legate agli aumenti dei prezzi dei materiali da costruzione.
Ebbene, nonostante questo quadro teoricamente confortante, Cna e Confartigianato della provincia di Ravenna segnalano però che ad oggi, 31 agosto 2023, le imprese non hanno ricevuto nulla dai propri committenti, in quanto dal Ministero hanno erogato il 50% del primo semestre 2022, nulla per il saldo e nulla per il secondo semestre 2022.
Per denunciare questo stato di fatto e chiedere un impegno urgente a sbloccare una situazione che sta mettendo a rischio aziende e posti di lavoro di un settore trainante dell’economia del nostro territorio, le due Associazioni hanno inviato una lettera a tutti i Parlamentari eletti nei collegi romagnoli, sollecitando il loro intervento.
Nella lettera, Confartigianato e Cna sottolineano l’importanza di queste misure e chiedono il costante sostegno di Senatori ed Deputati nell’assicurare che le disposizioni stabilite siano attuate in modo efficace e che le risorse necessarie siano rese disponibili per le Stazioni appaltanti.
“Questi passi sono fondamentali per proteggere il settore delle costruzioni, sostenere la ripresa economica e garantire la stabilità nell’ambito delle attività di costruzione” è la conclusione della lettera (che alleghiamo integralmente).”