In riferimento al servizio sull’alluvione di “Presa Diretta di lunedì 4 settembre ed in particolare alle dichiarazioni del Circolo Legambiente Lamone sulle quali qualcuno ha chiesto chiarimenti, l’associazione precisa che:
«Le dichiarazioni in questione partivano dal tema del consumo di suolo e dei permessi di costruzione. Dopo la visita al villaggio San Martino e la ripresa è passata sull’area della Ghilana dove era prevista una lottizzazione per nuove villette e abbiamo detto che “noi auspichiamo che dopo questa lezione, qui non si costruisca più, già ci sono tante costruzioni non utilizzate – aree abbandonate – lottizzazioni cominciate e non terminate…
Quante? Chiede Iacona… Tante…Lungo una via abbiamo conteggiato qualcosa come 300 (o 370) nuove possibili abitazioni previste e mai costruite…
Questi numeri derivano da una sommaria ricognizione effettuata da Legambiente Faenza alla fine del 2020 su tutto il costruibile in Borgo (ex Iter, via Cesarolo e e altri lotti)
A questi valori, di per sé abbastanza significatvi, andrebbero poi aggiunti quelli relativi al mancato eco-quartere di San Rocco, che che abbiamo ricostruito in una serie di articoli sempre pubblicati nel sito di Legambiente Faenza.
Ma esistono altre aree che non abbiamo esaminato, quali Area Quaranta, Conad, area ex Neri, e in corso e già convenzionato (300 unità), Colombarina ecc. che aggiungono ulteriori dati.
Sulla questione degli alloggi già costruiti e vuoti, alcuni nuovi e altri più o meno degradati che potrebbero entrare nei progetti di rigenerazione urbana, vi è stato un dibattito sulla loro effettiva disponibilità.
I numeri che sono circolati in passato provenivano da documenti ufficiali dell’Amministrazione sui quali le agenzie e le associazioni delle proprietà immobiliare hanno obiettato, sostenendo che non rispondevano ad un loro effettivo possibile utilizzo.
Come Circolo Legambiente Lamone, auspichiamo che l’istruttoria in corso per la definizione del nuovo Piano Urbanistco Generale possa essere l’occasione per cancellare la possibilità di nuovi permessi di costruzione in alcune aree che si sono dimostrate a rischio di possibili allagamenti per fenomeni estremi; riconvertire ad aree verdi o agricole terreni che i vecchi strumenti urbanistici avevano previsto come edificabili; oltre che svolgere un censimento accurato sugli alloggi inutilizzati, sia nuovi che esistente, per potere avviare ove possibile progetti di rigenerazione urbana».