“Legambiente Ravenna dà seguito ai già numerosi interventi realizzati dai vari livelli dell’associazione sul dibattito sviluppatosi attorno alle tematiche legate all’alluvione. In primis considerando quanto accaduto un insieme di eventi climatici estremi dovuti al cambiamento climatico, misti a fragilità del territorio fortemente sottovalutata ed in secondo luogo ribaltando la narrazione secondo cui sarebbero gli ambientalisti la causa di questa incuria (come se gli ambientalisti da 40 anni a questa parte si fossero solo occupati ossessivamente di difendere nutrie ed istrici).
L’associazione ravennate si auspica che quanto accaduto possa fortemente ridimensionare le scelte politiche sul territorio in particolare quelle legate al consumo di suolo ed alle scelte energetiche da sempre capeggiate dalle fonti fossili improntando una maggiore priorità alla sicurezza idraulica quindi tutto ciò che riguarda l’adattamento al cambiamento climatico (anche se le ultime scelte del Consiglio Comunale ancora una volta vanno nella direzione sbagliata con nuove urbanizzazioni, come se niente fosse accaduto).
Legambiente in questa fase interviene in particolare sullo stato dei canali nel post alluvione che hanno dato origine a fenomeni non poco allarmanti.
Dopo le morie di pesci e situazioni di acqua stagnante nei canali del territorio in particolare del Destra Reno, giustificata da ipossia per eutrofizzazione dello stato dei canali per sversamento di inquinanti, le autorità hanno svolto verifiche per valutare lo stato qualitativo delle acque di balneazione in prossimità del mare.
Visto l’interessamento dell’alluvione anche di aree industriali (Unigrà), depositi di rifiuti speciali (Matrix) e vaste aree agricole, per Legambiente sorge evidente la preoccupazione relativa all’eventuale presenza di idrocarburi, metalli pesanti, pesticidi ed erbicidi ed altri pericolosi inquinanti ancora presenti all’interno delle acque e non intercettati dalla panne di contenimento del Destra Reno.
Nonostante gli interventi di bonifica sono ancora diverse le segnalazioni arrivate all’associazione del ritrovamento di pesci morti, seppur più contenuto, anche alla foce del Destra Reno a Casalborsetti. Legambiente vuole allora stimolare da una parte il lavoro già in essere del Consorzio di Bonifica al ripristino delle acque del canale ad una condizione accettabile, in particolare all’altezza del territorio di Conselice, ed Arpae ad eseguire ulteriori verifiche in relazione allo stato di inquinamento chimico e non solo microbiologico dell’acqua dei canali che confluiscono nel Destra Reno ed in particolare delle acque più a valle, valutando anche analisi direttamente sulle carcasse dei pesci.
Questo non solo per una maggiore messa in sicurezza della salute delle persone, ma per una valutazione complessiva dello stato ambientale del territorio a seguito dell’alluvione (quindi quali eventuali complicazioni aspettarsi in futuro).
In particolare, per quanto riguarda la balneabilità, l’inquinamento microbiologico manifesta un tempo di persistenza decisamente inferiore rispetto a quello chimico che invece tende ad essere più recalcitrante e ad accumularsi nell’ambiente con cronicità.
Questo non vuol dire creare allarmismi e danneggiare la stagione balneare, ma rendere più consapevoli le persone dei rischi che potrebbero essere presenti.”