È tornata all’interno del dibattito politico la tangenziale nord di Faenza. Il primo a parlare della necessità di progettare l’infrastruttura, magari utilizzando i fondi del PNRR, è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia Stefano Bertozzi. A ruota, hanno depositato in consiglio comunale una mozione i gruppi di maggioranza. Sulla questione è tornata oggi a focalizzarsi Legambiente, ricordando come l’opera non sia mai stata inserita all’interno delle opere del PRIT: innanzitutto per i costi (“un tragitto tra i 5 e i 10 km, per la metà su strade da adeguare, con un minimo di due nuovi ponti, e possibili tratti in galleria…”); per il consumo di ulteriore suolo agricolo; perché è una scelta di incentivazione ulteriore del traffico, privato e logistico, solo su gomma.
“Il citato PSC dell’URF, prevedeva un reticolo di tante nuove strade, oggi con l’avvio della predisposizione del Piano Urbanistico Generale (PUG) sarebbe necessaria una revisione e un adeguamento alle effettive esigenze, anche tenendo conto delle indicazioni contenute nel Piano Urbano per la Mobilità sostenibile (PUMS)” ricorda ancora Legambiente.
“A questo proposito, invece che uno studio su una ipotetica circonvallazione nord, il PUG dovrebbe approfondire tutte le migliori soluzioni per una mobilità sostenibile, a partire da alcune ipotesi di lavoro già prese in considerazione in diversi piani e strumenti programmatori (PUMS, Piano strategico 2030 dell’URF, ecc.). Ne indichiamo alcune:
Misure per eliminare, o quanto meno fortemente ridurre, il traffico pesante nel centro abitato, a questo fine nel PUMS alcune misure sono previste (come un servizio di consegna merci nel centro storico, con piccoli mezzi elettrici e a basso impatto) ma inoltre, vanno stabilite misure per evitare che troppi mezzi pesanti transitino sulla via Emilia verso le zone industriali, in particolare sul cavalcavia, andranno quindi previste misure di limitazione al traffico pesante, indirizzandolo invece verso l’uso dell’autostrada.
Progetto bandiera #1 – Tram treno, inserito nel Piano strategico 2030, che valuta la fattibilità di una rete metropolitana di superficie, con collegamenti intermodali con altre linee di trasporto pubblico locale sull’asse Brisighella – Granarolo, coinvolgendo attivamente imprese e altri attori del territorio. Vi è una forte polarità di flussi di spostamento sull’asse – lungo 35 chilometri – che da Brisighella San Cassiano conduce a Granarolo, attraversando il centro di Faenza e passando dal casello autostradale.
Il ventilato progetto delle F.S. di uno svincolo ferroviario da Forlì verso Ravenna, che prevede anch’esso un nuovo attraversamento del fiume Lamone, avrebbe il pregio di spostare su ferro una parte del trasporto di merci e potrebbe riaprire l’ipotesi di uno scalo merci nella zona naviglio.
In ogni caso si tratta di ipotesi andrebbero comparate con tutte le altre variabili territoriali, tenendo conto che, in particolare le ultime due, hanno la necessità di un coinvolgimento delle F.S. che non avrebbe tempi brevi. Proprio per questo è necessario attivarsi subito. Ma non con semplici annunci, con una visione strategica, da mettere a punto con una vera partecipazione di tutti gli attori delle comunità locali, delineando poi una serie di azioni, alcune delle quali possono essere attivate subito, altre con tempi più lunghi. Dato che l’annuncio attuale è semplicemente il deposito di una mozione, che dovrà essere poi discussa dal Consiglio Comunale, invitiamo, in particolare le forze politiche della maggioranza, ma anche tutti i consiglieri a valutare queste nostre considerazioni. Evitando di farsi l’illusione che tutte le ipotesi annunciate possano essere finanziate dai fondi del PNRR.”