Legambiente torna a criticare il voto della maggioranza in consiglio comunale a favore di 3 delle 4 manifestazioni d’interesse per i nuovi progetti di urbanizzazione della città. L’associazione ambientalista torna a schierarsi contro i progetti di costruzione di nuove abitazioni in via Sant’Orsola e in via Firenze, nella zona di villa Ghilana, additando come incoerente la politica urbanistica portata avanti dal Comune di Faenza:
“Nell’ultimo Consiglio Comunale sono state approvate tre proposte di nuove urbanizzazioni. Chi ha votato a favore definisce le due proposte di nuove aree residenziali come “piccoli interventi di ricucitura”, risposte a “nuovi bisogni di qualità urbana”. Dichiarazioni che si distinguono per i toni sprezzanti verso gli ambientalisti, per la confusione sul significato di ricucitura e per l’incoerenza sul consumo di suolo.
I fatti del territorio e i dati:
le due nuove aree residenziali verrebbero costruite fuori dal perimetro di territorio urbanizzato; quindi non si tratta di una ricucitura, ma di aggiunta di altro cemento
i nuovi nuclei andrebbero a frammentare ambienti di interesse paesaggistico (l’esatto opposto di una ricucitura!)
circa 2,5 ettari di terreno rurale sarebbero coperti da cemento e asfalto;
è la negazione del principio guida del RUE (approvato da questa Amministrazione) di azzerare il consumo di suolo agricolo fuori del perimetro urbano, le nuove urbanizzazioni allargherebbero i confini della città costruita;
non esistono “nuovi bisogni” abitativi, vista l’enorme quantità di alloggi vuoti e costruibili in aree edificabili; non vi è alcuna necessità di nuove costruzioni.
Le ipotetiche opere definite di interesse pubblico non possono compensare il consumo di suolo, causato dalla cementificazione, e l’impatto sul paesaggio. Nell’entusiasmo, per i presunti benefici indotti dal nuovo cemento, il tema del consumo del suolo, una delle principali emergenze ambientali, è scomparso. Il suolo, “la risorsa delle risorse”, è la struttura biologica portante che ha un’alta capacità di conservazione del carbonio; il doppio della quantità presente in atmosfera. Ed in relazione alla qualità dell’aria, l’approvazione di nuove urbanizzazioni che generano la perdita di una risorsa finita, non rinnovabile, risulta in stridente contrasto con la recente piantumazione di alberi su una rotonda. Nell’arco di un mese, si attiva un’azione positiva per incrementare la capacità di assorbimento di carbonio su mezzo ettaro di terreno e poi, in totale incoerenza, si avvia una procedura che implica un consumo di suolo cinque volte più grande del cosiddetto “bosco urbano”. Un consumo che equivale alla perdita di capacità di assorbimento di carbonio largamente superiore rispetto a quella della rotonda. Due iniziative opposte, che dimostrano l’assenza di una strategia integrata e coerente per la qualità dell’aria e del territorio. Per attuare una vera e sostenibile qualità urbana è necessario intervenire sulla città costruita, invece di occupare altro suolo al di fuori del territorio già urbanizzato”