Legambiente Ravenna lancia il dossier sul consumo di suolo sul territorio: troppi centri commerciali ed assurde nuove urbanizzazioni anche sui lidi. Ancora troppo il cemento a discapito del verde. Serve da subito la definizione del territorio urbanizzato per impostare i limiti al consumo di suolo come previsto dalla L.R. 24/2017.
Il Comune di Ravenna, secondo l’ultimo dossier di ISPRA, al 2018 presenta 7032 ettari di suolo consumato (circa l’11% del territorio), con un valore di nuovo consumo di 11 ettari dal 2017 al 2018 (301 mq al giorno). Un dato che delinea un’ulteriore progressione nella perdita di suolo vergine, risorsa preziosissima e oltretutto necessaria per la sicurezza idraulica del territorio.
Secondo l’associazione a potenziali danni ecosistemici, vengono a sommarsi anche ulteriori pressioni più di carattere sociale in particolare, di recente, nel ravennate la perversa corsa alla realizzazione di nuovi centri commerciali crea degli squilibri importanti nelle dinamiche economiche locali.
Di seguito, alcuni dei progetti nel mirino dell’associazione:
Conad di via Antica Milizia: prevede la costruzione di un centro Conad di vendita non alimentare, per una superficie di 2500 mq, ed un punto vendita alimentare per invece 1500 mq. Il progetto, interessa un’area complessiva di 69.000 mq. Un progetto su cui sarebbe oltretutto necessaria un’attenta verifica sulla potenziale presenza di reperti archeologici durante gli scavi.
Nuovo centro commerciale a Fornace Zarattini: il progetto comporterà l’impermeabilizzazione di 5 ha di terreno vergine. La struttura non farà altro che alimentare l’importante polo commerciale presente nella zona di Fornace Zarattini spostando ulteriormente gli equilibri economici dal centro storico alla periferia.
Sui lidi: a Casalborsetti, si rileva la presenza di un progetto turistico risalente al 2014 che prevede nuove urbanizzazioni per strutture ricettive pari quasi al doppio dell’attuale residenziale ed un campo da golf, all’interno di aree pre-parco quindi in prossimità di zone SIC-ZPS. Per non parlare di Lido di Classe in cui si prospettano 700 nuovi parcheggi e 380 nuove villette.
Infine, ancora troppi i lotti edificabili nelle nostre campagne e ancora non esiste un’effettiva logica di progettazione resiliente, in particolare nella riduzione dei parcheggi ed implementazione del verde: la riconferma di una cattiva efficienza d’uso del territorio.
“Rispetto le criticità che si è ritenuto opportuno fare emergere, di particolare interesse è l’annunciata variante del PSC che ha portato a liberare 92 ettari di suolo agricolo prima edificabile – commenta Legambiente. Un’operazione che potrebbe essere strategica nella definizione di intese con eventuali proprietari degli stessi terreni, anche in funzione di strumenti regionali come i PSR, per avviare significativi progetti di riforestazione.”
Non solamente le superfici “salvate” da nuove urbanizzazioni, ma secondo Legambiente anche il centro città ricco di aree verdi spesso non fruite potrebbe fornire superfici ospitanti boschetti urbani sempre più necessari in città (oltretutto rendendo più ostica una possibile cementificazione futura).
“Rispetto alle importanti sfide che il nostro territorio in particolare dovrà affrontare, passare da disposizioni sulla carta, quindi la dichiarazione di Emergenza Climatica da parte del Comune di Ravenna ed il PUG partecipato, ai fatti concreti quindi la vera rigenerazione ed il consumo di suolo a saldo zero, è necessariamente prioritario.”
“In questo modo, non sarà più necessario dare colpe di cattive scelte progettuali alle precedenti amministrazioni, in quanto rimboccandosi le maniche sarà piuttosto possibile lasciare esperienze virtuose per il futuro.” – conclude.
Il dossier integrale è scaricabile al LINK.