“Fin dal 2013 si conosce la presenza di criticità su alcune piante del viale; non si tratta quindi di un’emergenza improvvisa. L’urgenza dell’attuale abbattimento dovrebbe essere certificata da un’analisi strumentale, che invece manca. Ovviamente non è in discussione l’obiettivo della tutela dell’incolumità pubblica, ma la modalità operativa di cui i cittadini hanno preso atto pochi giorni prima dei lavori” questo il commento di Legambiente in merito all’abbattimento dei tigli lungo il viale della stazione di Castel Bolognese. Un’operazione che in questi giorni ha scatenato numerose proteste, da parte dei cittadini e da parte del Comitato nato per migliorare gli interventi in paese dedicati al verde pubblico.
“La manutenzione di un viale storico non è equiparabile ad un ordinario intervento di sfalcio di un prato. Un bene che garantisce identità dei luoghi e qualità abitativa necessita di un’approfondita indagine conoscitiva; non si può quindi prescindere da un’analisi strumentale sulle condizioni fisiologiche e statiche degli alberi” continua Legambiente
“Già il precedente intervento del 2013 dimostra la praticabilità di una procedura che permette di garantire entrambi gli obiettivi della sicurezza e della tutela paesaggistica. Pertanto, la mancanza di tempo per un’indagine strumentale, addotta dall’Amministrazione Comunale per motivare l’urgenza dell’abbattimento, non appare giustificabile. Inoltre la comunicazione su un intervento riguardante un luogo sensibile, come un viale storico, non si fa tramite un’informazione del Consiglio Comunale, né con un avviso di poco precedente l’abbattimento degli alberi”.
L’associazione ambientalista propone quindi una strategia comune fra le realtà della Romagna Faentina: “Da alcuni anni le Amministrazioni locali attivano iter partecipativi sia nella pianificazione che in micro interventi; pur con esiti incerti o di poca rilevanza, si cerca di coinvolgere i cittadini sul futuro dei luoghi abitati. Un viale storico, in quanto paesaggio vissuto, è un luogo privilegiato per attivare concretamente la partecipazione. Ma il caso del Viale Cairoli è la dimostrazione di una totale assenza di coinvolgimento dei cittadini. Il tema della manutenzione dei viali storici e delle alberature monumentali, nel nostro territorio, non è certo nuovo . Occorre una strategia comune nell’ambito della Romagna Faentina, che eviti il ripetersi di un altro caso simile al viale di Castel Bolognese. Un protocollo operativo omogeneo, basato su rigorose analisi e sul coinvolgimento dei cittadini nei progetti da attuare in difesa di paesaggi storici e nel rispetto della sicurezza. “