Sfruttamento proditorio dei dati, violazioni del diritto d’autore, lavoro povero, aggregazione e sfruttamento di nuovi monopoli: sono problemi che il giornalismo, alle prese con la rivoluzione delle piattaforme tecnologiche ormai da 20 anni, ha affrontato per primo. 
 
Soluzioni semplici non ce ne sono, ma il modello cooperativo rappresenta una risposta possibile per giungere a una sintesi e trasformare le sfide della modernità in nuove opportunità per i giovani e per un futuro condiviso. Se ne è parlato venerdì 10 maggio al Salone del Libro di Torino, in occasione dell’incontro “Tra le pagine della trasformazione”, organizzato dall’Alleanza delle Cooperative della Comunicazione e moderato dalla presidente di Legacoop Culturmedia, Giovanna Barni. 
 
Al tavolo della discussione il presidente di CEGA, Luca Pavarotti — qui anche in veste di coordinatore nazionale del tavolo Mediacoop — e il giornalista Emilio Gelosi, che per Legacoop segue da più di un decennio l’evoluzione del settore. Nel dialogo anche l’esperto di informatica Damiano Avellino e i cooperatori sociali Fabio Di Falco, Davide Monopoli e Bruno Visioni.
 
L’intelligenza artificiale generativa — è emerso dal dibattito — è solo l’ultima delle grandi innovazioni tecnologiche che stanno scuotendo il mondo della cultura e delle professioni intellettuali in genere. Mercati consolidati vengono sconvolti, nascono nuove opportunità, ma si impongono anche modelli che mettono a rischio libertà e diritti individuali. 
 
Serve la consapevolezza di cosa è bene pubblico, come la libertà e il pluralismo dell’informazione, e la volontà da parte del legislatore di regolamentare materie scivolose, come solo oggi si sta facendo sia da parte europea che a livello nazionale. 
 
L’innovazione può facilitare la vita delle persone se il bene comune rimane centrale nell’ordinamento, solo in questo modo linguaggi consolidati e nuove esperienze possono dialogare senza favorire i soliti noti.
 
«In conclusione — dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi — dal Salone del Libro è emerso un appello per il sottosegretario di Stato all’editoria Andrea Barachini e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: la cooperazione tra giornalisti rappresenta la forma più pura di editoria, come già riconosce l’attuale normativa del Fondo per il Pluralismo, occorre continuare a tutelare questo principio cardine anche nella annunciata riforma del settore».