Per difendersi dal dissesto idrogeologico e fare in modo che i disastri causati dalle alluvioni di maggio non si ripetano più, occorre partire da una nuova politica di valorizzazione economica e aiuto pubblico al settore forestale e all’agricoltura, in montagna come in campagna. È ad alta quota e nei campi, infatti, che inizia l’opera di prevenzione per tutelare la pianura e le città, combattendo lo spopolamento delle aree collinari e favorendo gli interventi di manutenzione da parte di chi opera sul territorio. In tale modo si potrà conciliare cura idrogeologica, sicurezza delle persone e sviluppo di una concreta economia verde.
Questi i punti chiave dell’incontro svolto nei giorni scorsi tra Legacoop Romagna e Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Ravenna. Sul tavolo il futuro del territorio nel post-alluvione e proposte comuni di lavoro, da sottoporre alla Regione e agli enti territoriali, per aprire un percorso condiviso affinché eventi come quelli di maggio non possano più verificarsi. Occorrono risorse adeguate e una revisione delle normative che, oltre ad essere coerenti e coordinate tra di loro, dovranno consentire l’attività di chi si occupa di manutenzione del territorio e là vi opera quotidianamente, regolandola adeguatamente.
Nell’elenco delle cose immediate a cui pensare ci sono la semplificazione delle procedure per il ripristino della viabilità secondaria nei terreni marginali (comprese le piste forestali) e il ripristino delle strutture idraulico agrarie e forestali nei terreni di collina e di montagna. Un altro ambito di intervento è l’assetto dei corsi d’acqua nei tratti di pianura, con una puntuale programmazione degli interventi di manutenzione, a partire dalla gestione della vegetazione. Occorre poi rivedere il sistema generale di scolo, a partire dalle aste fluviali (che in realtà sono torrenti) e della rete dei canali di bonifica, sulla base dei dati climatici aggiornati, per garantire una maggiore tenuta nei casi di eventi eccezionali come quelli verificatisi nel maggio scorso. Urgente è l’aggiornamento dei piani della Protezione Civile, perché laddove la capacità di tenuta del sistema scolante non è all’altezza dell’evento eccezionale, occorre avere già pronto il piano di intervento per lo scolo delle acque in eccesso. Per intervenire e prevenire il dissesto occorre comunque basarsi su competenze professionali specifiche e mezzi adeguati, anche nei territori di montagna, con il coinvolgimento dei Consorzi di Bonifica e la collaborazione di professionisti specificamente preparati su questi temi.
L’auspicio di Legacoop Romagna e dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, è che le linee di azione delineate diventino un obiettivo prioritario e condiviso dagli Ordini e dai Collegi Professionali, dalle Associazioni di categoria e dalle Istituzioni dell’intera Romagna, che devono fare scelte politiche e di bilancio precise e destinare risorse allo scopo.
Per Legacoop erano presenti il presidente Paolo Lucchi, il responsabile Agroalimentare Stefano Patrizi e il coordinatore territoriale di Ravenna Mirco Bagnari. Per l’Ordine erano presenti il presidente Giovanni Gualtieri, il consigliere Antonio Rossi e il consigliere nazionale Daniele Gambetti.