Legambiente interviene senza remore sulle conclusioni dello studio di Nomisma commissionato dal Roca per tirare le somme sulla “strategicità” del gas per il Paese.
“C’erano pochi dubbi su quello che sarebbe potuto emergere – commenta Legambiente. Ancora una volta dal territorio si solleva il tentativo di narrare il gas come combustibile necessario alla transizione”.
Le conclusioni che più hanno attirato l’attenzione dell’associazione sono l’introito economico e l’occupazione: “dobbiamo cominciare a riflettere che le esternalità negative dei cambiamenti climatici non avranno paragoni in termini di danni economici da risarcire e in un futuro distopico in cui gli scenari di cambio clima peggiori si saranno avverati, la disponibilità di lavoro sarà l’ultimo dei problemi.”
Secondo l’associazione è estremamente grave paragonare le risorse di gas inutilizzate ad una ricchezza mancata. Quelle risorse devono rimanere dove sono indipendentemente dalla possibilità di associarne lo sfruttamento con tecnologie di stoccaggio della CO2 che non sono risolutive.
Legambiente poi attacca sulle prime informazioni uscite nel merito della prossima edizione dell’OMC: “cambia la veste ma per il momento non cambiano i contenuti. La transizione energetica si deve fare per davvero e non solo nei titoli o negli annunci”.
“Insomma, dopo che anche l’Europa ha dato indicazioni chiare su come deve avvenire la transizione ecologica, i contractors dell’Oil&Gas ravennate continuano a cantarsela ormai da soli ritardando la transizione ecologica e alimentando i cambiamenti climatici. “
“È ora che si rendano conto che per mantenere i posti di lavoro e fermare la crisi climatica è necessario spingere sulle rinnovabili insieme a risparmio ed efficientamento energetico e lasciare i combustibili fossili dove sono. “
“Ci auguriamo che il Pitesai (Piano per la Transizione energetica e sostenibile delle aree idonee) che verrà deciso a settembre, vada in questo senso”.