Le poche coltivazioni della provincia risparmiate dalla cimice asiatica e dalle terribili gelate tardive di fine marzo-inizio aprile scontano ora l’attacco delle nutrie con i raccolti, in particolare delle colture sementiere, minacciati dalla presenza sempre più invadente del roditore.
Questo l’allarme lanciato da Coldiretti Ravenna che, in questi giorni, a seguito delle numerose segnalazioni di danni in campo da parte di coltivatori associati del comprensorio Lughese, è tornata a chiedere a Provincia e Regione un piano di controllo più efficace con l’obiettivo di fermare la proliferazione smisurata della nutria.
“Se fino a dieci-quindici anni fa questi roditori potevano essere considerati un elemento ‘esotico’ delle nostre campagne – afferma il Direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – adesso la loro presenza massiccia e incontrollata le porta ad arrivare anche nelle periferie delle città, sulle piste ciclabili e sulle carreggiate, con ovvi pericoli per gli utenti della strada, ma, in primis, va sottolineata la mole di danni che le nutrie provocano alle colture e agli argini di fiumi, canali e fossi, ridotti a dei colabrodo, con tutte le conseguenze in termini di tenuta idrogeologica del territorio”.
“In questo momento – afferma il Presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte – stiamo vivendo una vera emergenza nutrie alla quale bisogna rispondere con risorse e strumenti adeguati. Questi animali, infatti, oltre a distruggere le poche colture che si erano salvate dalle gelate tardive, accanendosi in particolare sulle bietole da seme, ma anche su mais, sorgo, piselli, girasole, sono un pericolo per la sicurezza delle persone e portano con sé il rischio di diffondere malattie e alcuni parassiti potenzialmente pericolosi anche per gli uomini. Dagli enti preposti ci attendiamo quindi una risposta concreta ed efficace”.