Monitorare dall’alto i campi, con le immagini del satellite dell’Agenzia spaziale europea, per migliorare la gestione della produzione del pomodoro da industria del Nord Italia. È l’obiettivo che si pone il Goi (Gruppo operativo per l’innovazione) che vede come capofila l’Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia e che ha ottenuto un finanziamento di 167mila euro dalla Regione Emilia-Romagna (su un progetto complessivo del valore di 235mila euro) nell’ambito del Psr, il Piano di sviluppo rurale 2014-2020, classificandosi al primo posto nella graduatoria finale del comparto ortofrutticolo.
“Il progetto – spiega Tiberio Rabboni, presidente dell’OI– nasce dalla necessità di ottimizzare costantemente la gestione del pomodoro in campo. Il Gruppo operativo per l’innovazione che abbiamo promosso, e che la Regione ha cofinanziato, acquisirà ed elaborerà le immagini satellitari dei campi di pomodoro, che opportunamente analizzate ed interpretate, permetteranno di disporre in tempo reale di tre informazioni strategiche: la verifica delle superfici effettivamente coltivate, dato estremamente utile ai fini della programmazione produttiva annuale; lo sviluppo fenologico del pomodoro in campo a fronte dei diversi, possibili, andamenti climatici; la precoce individuazione di eventuali patogeni o criticità colturali. Si creerà, inoltre, una piattaforma informatica per le Organizzazioni di produttori, le industrie di trasformazione e la stessa OI tramite la quale veicolare, in tempo reale, i dati relativi alla coltivazione e consegna di pomodoro ai fini dell’elaborazione della quantità e qualità del pomodoro consegnato. La piattaforma informatica permetterà lo studio delle rese produttive delle varietà ai fini della lavorazione industriale per le diverse tipologie di prodotto. Il fine ultimo è quello di generare informazioni a supporto della filiera per migliorarne la competitività e favorire la conoscenza dei mercati, rendendo quindi sempre più centrale il ruolo dell’OI nell’ambito del processo che genera informazioni a supporto della filiera, svolgendo un compito di cerniera fra mondo agricolo e mondo industriale per una sempre maggiore valorizzazione del pomodoro sui mercati. Ringraziamo la Regione per aver creduto nella validità di questo progetto, finanziandolo”.
“In un contesto di mercato sempre più competitivo e a fronte di cambiamenti climatici che minacciano i tradizionali assetti produttivi è fondamentale per l’agricoltura investire in innovazione – dichiara l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli-. Come Regione Emilia-Romagna ci abbiamo creduto fin dall’inizio stanziando nel Programma di Sviluppo Rurale oltre 50 milioni di euro per i progetti dei goi, il valore più alto in Italia e in Europa. Siamo leader anche per il numero di progetti finanziati, con questi ultimi bandi sono 125 oltre a 51 progetti pilota del bando per le filiere. L’Oi del pomodoro si è dimostrata particolarmente attiva e pronta nel cogliere queste opportunità di finanziamento, come testimonia la partecipazione anche ad altri progetti finanziati. Èil segno che tutto il sistema, dai produttori ai trasformatori, guarda avanti e punta con convinzione sull’uso delle tecnologie più avanzate e sull’innovazione per vincere le sfide del futuro. Un grande valore del progetto è che, essendo promosso da un sistema fortemente organizzato ed integrato, permetterà la diffusione dell’innovazione aduna larghissima platea di produttori”.
Il Goi avrà una durata di 30 mesi (dal 1° marzo 2020 al 31 agosto 2022) e coinvolgerà diversi partner tra i quali Crpv(Centro ricerche produzioni vegetali); Università Cattolica del Sacro Cuore; Dinamica; Agronica e Citimap. Collaboreranno, nella fase di sperimentazione fornendo dati ed informazioni utili agli studi, in particolare sette industrie di trasformazione del pomodoro: Greci, Emiliana Conserve, Conserve Italia, Columbus, Steriltom, Rodolfi e Mutti.