Le cooperative romagnole hanno bisogno di assumere quasi 5.000 persone nel secondo semestre dell’anno in corso, di cui 3.650 stagionali suddivisi tra il comparto agroalimentare (che assorbe la stragrande maggioranza, circa il 66% della potenziale forza lavoro), oltre al settore della produzione e servizi (13%), sociale (13%) e culturale e media (circa 8%).
I dati del Centro Studi di Federcoop Romagna sono stati forniti martedì 14 maggio di fronte a oltre 150 persone che hanno partecipato all’assemblea di bilancio di Federcoop Romagna al Mercato Coperto di Ravenna, i lavori sono stati aperti dal saluto del Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa.
Se il dato viene riferito alle assunzioni stagionali, si attesta in maniera ancora più preponderante la necessità di assumere persone da inserire nel settore agroalimentare (77%) e la restante parte tra settore sociale (10%), culturale e media (9%) e produzione e servizi (4%).
Tra tutte le figure professionali richieste, quella dell’operaio è la prevalente (81%), a cui segue quella dell’operatore assistente balneare (8%), l’operaio qualificato (3%) e personale amministrativo e gestionale (0,2%) e il restante come personale educativo e ausiliario impegnato nei centri estivi. La difficoltà a reperire personale continua quindi ad essere una delle priorità per Legacoop Romagna che, tramite la propria società di servizi Fedecoop Romagna, in questi anni ha cercato di costruire risposte concrete, in particolare avviando percorsi di formazione mirati, con le Academy aziendali, ormai diffuse in molte cooperative (Deco Industrie, Icel, Cad e Il Cerchio, per citarne alcune) e con un ormai codificato strumento di selezione del personale, costruito con Randstad, che nel 2023 ha consentito di sottoscrivere, nelle cooperative romagnole, oltre 800 contratti di lavoro, tanto da essere “clonato” da Legacoop nazionale come strumento operativo utilizzabile in tutto il Paese.
“Il quadro che emerge da questo studio – afferma Paolo Lucchi, presidente di Federcoop Romagna e di Legacoop Romagna – evidenzia due dati fondamentali: da un lato la necessità di forza lavoro per sostenere le attività delle nostre cooperative e parallelamente, cosa che ci rende orgogliosi, la vivacità del mondo cooperativo romagnolo che richiede sempre nuove energie per progredire e portare benessere e lavoro al territorio. Ma l’emergenza occupazionale continua ad essere ancora una delle priorità per le imprese e certamente andranno costruite risposte concrete, basate soprattutto sulla capacità di formare al meglio le giovani generazioni e sulla volontà di integrare i lavoratori che noi crediamo dovranno sempre più giungere dall’estero, poiché per noi l’immigrazione, da sempre, è una risorsa e non un problema. Un plauso alla Regione Emilia-Romagna, e in particolare all’assessore Colla, per avere aperto la possibilità di impiegare gli studenti delle scuole superiori nei lavori estivi con contratti di apprendistato stagionale”.
“Dai dati risulta chiaro che – conferma Simona Benedetti, responsabile del Centro studi della Cooperazione di Legacoop Romagna – siamo una società che invecchia, la Romagna con curve più acute, e i servizi offerti alla popolazione si dovranno adeguare ai nuovi bisogno determinati dall’inverno demografico, a partire da un ripensamento radicale delle politiche per la non autosufficienza. Determinante il tema dell’accoglienza, perché senza un impulso vero all’immigrazione, la Romagna non avrà sviluppo economico. In questo momento, invece, nonostante il grandissimo fabbisogno di occupazione stagionale, l’immigrazione verso la Romagna é più bassa di quella regionale”.
“L’esperienza sulla quale stiamo lavorando con maggior continuità, è quella delle Academy – aggiunge Ornella Rutigliano, responsabile delle risorse umane di Federcoop Romagna – veri e propri percorsi, finalizzati alla produzione e alla condivisione delle conoscenze, dove la formazione viene erogata e sviluppata anche negli ambienti di lavoro. Attraverso le Academy, le cooperative possono configurarsi come luogo di crescita e sviluppo del capitale umano, il vero motore trainante della produzione economica e dello sviluppo sociale del territorio romagnolo.