Sono fra noi. Irresistibili, pulsanti, vibranti: i ritmi e i colori della rassegna Le 100 percussioni, il battito che accende la XXX edizione di Ravenna Festival, sono già alla conquista della città. E il giro di boa – la quinta delle dieci giornate che stanno trasformando Ravenna in capitale del ritmo – è un inizio settimana folgorante, pronto a scuoterci dal ritorno alla routine del lunedì. Basta scendere in strada e farsi contagiare dall’energia dell’Officina del Ritmo: Conexión Buenos Aires; le prove aperte dell’ensemble di percussioni diretto da Alejandro Oliva e coordinato da Marco Zanotti sono alle 18 in Piazza del Popolo. E per tenersi in forma, alle 21 il concerto a Palazzo dei Congressi è una performance di ritmo…e maratona: L’umiliazione delle stelle accompagna percussioni, strumenti a fiato ed elettronica dell’ensemble Ars Ludi al video-romanzo scritto e recitato da Mauro Covacich, autore finalista del premio Strega. Ma la notte è giovane, soprattutto quando la techno incontra le percussioni ugandesi: succede con la band Nihiloxica, alle Artificerie Almagià alle 23, prima delle notti pulsanti di questa rassegna.
Dal primitivismo de Le Sacre du printemps di Stravinskij al gioiosamente rumoroso jazz, dalle esplosioni rock alla black music fino all’ossessività della techno, la sterminata famiglia delle percussioni ha costellato dei propri battiti tutto il rivoluzionario Novecento; ma le percussioni sono parte – forse la parte più istintiva ed elementare – dei nostri universi sonori, sin dall’alba dei tempi. E promettono di continuare ad esserlo, senza mai tradire la propria vocazione ad attraversare ogni cultura, genere e stile. Gli appuntamenti di lunedì 10 sono un’ottima dimostrazione della capacità delle percussioni di farsi voce di realtà multiculturali e multiritmiche, ma anche di favorire innesti inaspettati dentro e oltre i confini della musica.
Alle 18, in Piazza del Popolo, le prove aperte di Officina del Ritmo: conexión Buenos Aires, in vista del concerto di mercoledì 12 giugno, ore 21 alla Darsena PopUp, portano nel cuore della città l’eco di Buenos Aires. L’ensemble di percussioni sarà infatti guidato da Alejandro Oliva e coordinato da Marco Zanotti secondo i codici gestuali de La Bomba de Tiempo, creata nel 2006 da Santiago Vázquez con l’obiettivo di esplorare il ritmo per produrre una musica potente e ballabile in grado di rappresentare genuinamente, anche attraverso l’improvvisazione, tutte le influenze della sfaccettata e vivace cultura della capitale argentina. Nella Bomba de Tiempo non si sviluppano generi musical “puri”, ma un’infinità di linguaggi che vengono combinati nello spettacolo.
A Palazzo dei Congressi, L’umiliazione delle stelle, firmato da Mauro Covacich – finalista del premio Strega con La sposa (Bompiani, 2014), performer, artista visuale – accanto ad Ars Ludi, ensemble a organico variabile che oscilla fra repertorio contemporaneo e progetti in collaborazione con artisti multimediali. In questo caso saranno alle percussioni Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri; Gianni Trovalusci ai flauti e Edoardo Maria Bellucci al live electronics. Una partitura inedita è stata creata utilizzando la tessitura di suoni e rumori già presenti nel video, dove Covacich (calatosi nei panni del protagonista del proprio ciclo di romanzi, Dario Rensich) corre su un tapis roulant con sensori che ne amplificano il battito del cuore, cui si intreccia il ritmo secco delle scarpe da corsa, il respiro nella mascherina, al ronzio del tapis roulant. Il corpo in movimento diventa così una scrittura sonora in rapporto dialettico sia alla voce degli strumenti che a quella dell’autore, dato che Covacich irromperà sulla scena con brevi dialoghi tratti dai suoi libri. La corsa sul posto – vera e propria maratona da tapis roulant – suggerisce una fatica da Sisifo, una meta resa impossibile dalla pesante ancora della propria inadeguatezza: “Correndo mi muovo il più velocemente possibile da ciò che sono a ciò che dovrei essere – recita Covacich/Rensich – Dovrei essere giusto e non lo sono”. La video-installazione sarà accessibile fin dalle ore 20 per gli spettatori, mentre il concerto vero e proprio inizierà alle 21.
Alle 23, alle Artificerie Almagià, è la volta di Nihiloxica, live project che imbriglia la potenza della tradizione delle antiche percussioni ugandesi e vi infonde una sensibilità techno; una conversazione continua e in continua evoluzione fra due culture e ormai un punto di riferimento per la ricerca avant-garde in Africa. La band è il risultato del dialogo fra il Nyege Nyege Festival, fra i più importanti nell’Africa occidentale, e l’ensemble culturale Nilotika, che offre ai giovani delle comunità più svantaggiate di Kampala un’opportunità di apprendere pratiche spirituali e musicali, ed esibirsi in svariati eventi. Attraverso l’incontro con i producer inglesi Spooky-J e pq, l’ensemble di percussioni Bugandan di Nilotika ha dato vita a un sorprendente progetto che fonde la trance tribale con la musica dei club europei. “Alcuni brani sono pura techno – spiega Peter Jones (pq) – altri hanno un arrangiamento progressive, psichedelico. Cerchiamo un equilibrio tra questi due mondi”, mentre Spyda, un altro componente dell’ensemble, sottolinea: “è uno scambio culturale, che è quello che io considero tradizione. Quello che noi suoniamo è la tradizione che diventa moderna, potremmo chiamare la nostra musica ‘doppia t’, traditional-techno”.
La rassegna Le 100 percussioni continua martedì 11 giugno, protagoniste le composizioni Occam Ocean – Occam XXVI di Eliane Radigue (al Refettorio del Museo Nazionale alle 18), Ostinato di Giorgio Battistelli e Drumming di Steve Reich (al Rasi alle 21).
Ingresso libero alle prove aperte di Officina del Ritmo: conexión Buenos Aires