Proseguono i lavori per la messa in sicurezza degli argini del fiume Lamone a monte del ponte della ferrovia. Nei giorni scorsi la ditta FEA, incaricata dall’Agenzia regionale della Protezione civile, ha iniziato l’intervento per realizzare il muro sull’argine in sinistra idraulica del Lamone, nel tratto tra il ponte delle Grazie e il ponte Rosso.
Nel dettaglio il progetto prevede l’installazione di micro-pali lungo l’argine che attraverso una trivella vengono inseriti nel terreno fino a una profondità di 12 metri. Il primo tratto interessato dai lavori è quello di via Renaccio, dal parcheggio piazzale Foibe fino a poco dopo l’incrocio con via Calamelli. L’intervento contempla l’inserimento di 300 micro-pali disposti su due file parallele alla distanza di quasi due metri per formare una struttura sulla quale verranno poi create alla profondità di un metro le fondamenta in cemento armato che faranno da basamento al muro alto circa due metri, in sostituzione del precedente manufatto in mattoni. Lo stesso intervento verrà replicato, sempre lungo via Renaccio, dal ponte Rosso per circa 220 metri in direzione del ponte delle Grazie. Vista la presenza di materiale argilloso in profondità, cosa che rallenta le trivellazioni, la ditta ha deciso di affiancare un secondo mezzo così da velocizzare l’opera. Secondo il cronoprogramma stabilito l’intero intervento lungo via Renaccio dovrebbe essere concluso prima dell’inverno.
Nel frattempo proseguono i lavori di pulizia e consolidamento dell’argine in sinistra idraulica del Lamone nella zona dell’Orto Bertoni. In particolare, dalla zona del depuratore si sta procedendo verso monte ricostruendo, per circa 800 metri, la parte superiore dell’argine indebolita dall’alluvione del 16 maggio.
Per quanto riguarda la pulizia dell’alveo del Lamone la ditta incaricata dalla Regione sta proseguendo le operazioni verso monte e ad oggi si trovano nella zona di fronte al colle di Persolino. Le operazioni proseguiranno ininterrottamente fino a dove necessario.
La pulizia dell’alveo è ripresa anche lungo il torrente Marzeno su entrambi i lati e ad oggi gli operai sono all’altezza della diga di San Martino. Nello specifico l’intervento ‘a raso’ sarà effettuato esclusivamente nei tratti dove gli argini hanno ceduto durante le alluvioni e nei punti maggiormente indeboliti. Per la restante parte dell’alveo verrà eliminata solo la vegetazione staccatasi, secca o pericolante e che possa mettere in criticità l’idraulica il torrente. La vegetazione che non evidenzia criticità verrà lasciata e servirà per rallentare il flusso dell’acqua in caso di piena.