Ieri i lavoratori della Sovia, in appalto nella logistica all’interno dello stabilimento Marcegaglia a Ravenna, si sono incontrati per definire le future azioni di lotta contro le loro condizione di lavoro e salariali.
L’assemblea si è svolta fuori dai cancelli della fabbrica, perché né Sovia né Marcegaglia hanno messo a loro disposizione un locale all’interno del luogo di lavoro, come invece prevede lo Statuto dei Lavoratori.
Ancora una volta Marcegaglia ha dimostrato che lo stabilimento di Ravenna è solo luogo di sfruttamento, in particolare per i lavoratori in appalto: nessun locale dove esercitare il diritto di assemblea sindacale, così come sono negati spazi idonei dove consumare il pasto o dove cambiarsi gli abiti da lavoro.
Vista la maggioranza di lavoratori nigeriani, l’assemblea si è svolta in lingua italiana e inglese, grazie alla traduzione simultanea di Michela (del PCL-Romagna).
Nell’assemblea i lavoratori hanno deciso di dare avvio all’azione legale contro il “furto” di salario e diritti operato da Sovia.
Questi lavoratori sono stati infatti costantemente raggirati da Sovia. In primo luogo attraverso un contratto aziendale illegittimo che gli ha negato la tredicesima nel 2019. Poi con il furto del 10% dello stipendio per le mensilità del 2020, utilizzando una legge sul socio-lavoratore, spacciandosi come società cooperativa.
E non è finita, l’ultimo raggiro ai danni di diversi lavoratori si è consumato a partire dal 1° gennaio di quest’anno, quando ai lavoratori inconsapevoli è stato fatto firmare un contratto che li faceva passare da full-time a part-time.
Oggi i lavoratori, assistiti da SGB, hanno firmato i documenti necessari per avviare l’azione legale contro Sovia per recuperare il furto di salario e rettificare tutte le irregolarità contrattuali commesse da Sovia.
Ma i lavoratori non si accontentano: parallelamente hanno deciso di proseguire uniti nella lotta per il giusto salario, per i diritti sindacali fino ad ora palesemente calpestati e per condizioni di lavoro più umane.
La parola scandita alla fine dell’assemblea è stata chiara ed è arrivata nelle stanze di Marcegaglia, che insiste a trattare i lavoratori delle cooperative come lavoratori ed esseri umani di serie B: “SCIOPERO!”