Nell’ambito dell’azione di contrasto allo sfruttamento della manodopera irregolare, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna hanno eseguito un controllo presso un forno panetteria di Ravenna, individuando all’interno dei locali un lavoratore straniero impiegato totalmente “in nero” e sei addetti i cui effettivi orari di lavoro non rispecchiavano i relativi contratti di assunzione.
Per il lavoratore privo del regolare contratto di assunzione, e per il quale il datore di lavoro ha omesso di presentare la comunicazione preventiva agli enti preposti, è stata avviata la procedura di irrogazione della cosiddetta “maxi-sanzione”, che va da un minimo di 1.800 euro ad un massimo di 10.800 euro.
Per gli altri 6 dipendenti, gli accertamenti hanno consentito di appurare che tutte le persone impiegate svolgevano orari lavorativi pari almeno al doppio di quanto previsto nei rispettivi contratti di assunzione e di quanto registrato nel Libro Unico del Lavoro.
Al gestore dell’attività è stata quindi contestata anche una sanzione amministrativa che, nel massimo, può giungere ai 3.000 euro ai sensi dell’art. 39 del D.L. n. 112/2008, cui si aggiunge la diffida alla regolarizzazione del Libro Unico del Lavoro. Inoltre, per quanto riguarda l’omesso versamento dei contributi dovuti in ragione delle retribuzioni corrisposte in nero, è stata interessata la direzione dell’Inps per l’applicazione delle relative sanzioni.
L’operazione si inquadra nell’ambito dell’intensificazione dell’azione di contrasto al sommerso da lavoro avviata dall’inizio dell’anno dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna, volta ad individuare situazioni di sfruttamento di manodopera irregolare che, oltre a rappresentare una prevaricazione in danno dei lavoratori, costituiscono anche una grave forma di concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole.