Seconda giornata di Prospettiva Dante, il festival dedicato al Sommo Poeta, ideato da Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna in collaborazione con l’Accademia della Crusca. Dopo la lettura del Canto XXVI del Paradiso da parte del direttore artistico del festival, Domenico De Martino, negli Antichi Chiostri Francescani si è tenuto il confronto fra il direttore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini e il presidente della Cassa di Ravenna e dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli. Un confronto che è partito dalla citazione del Canto VI del Purgatorio “legge, moneta, officio e costume” ed ha spaziato dall’Italia di fine 1200, fino alla sua unificazione monetaria e territoriale, arrivando agli anni immediatamente precedenti e successivi ai conflitti mondiali, fino ai giorni nostri contraddistinti dall’aumento dei tassi d’interesse, dall’instabilità economica e dalla tassa sugli extra profitti delle banche. Signorini ha poi evidenziato l’ambiguità con cui Dante giudica, durante la Commedia, l’oro e l’argento, all’epoca gli elementi che costituivano le monete