Il Museo romano di Palazzo Altemps in questi giorni è intento ad allestire la mostra di Andrea De Chirico, ‘Savinio. Incanto e mito’ che troverà collocazione con le sculture conservate all’interno del Palazzo. Alberto Savinio, pseudonimo di De Chirico, rappresenta la figura di un intellettuale dalla complessità straordinaria, capace di far dialogare e intessere le discipline umanistiche in un linguaggio visionario e all’avanguardia. La mostra ‘Savinio. Incanto e mito’ intende mettere in luce, attraverso alcuni temi e momenti fondamentali, la particolarità di una poetica che associa e coniuga antico e moderno, in un’ottica globale di grande attualità.
Tra le opere che verranno esposte c’è anche una tela che appartiene alla Pinacoteca Comunale di Faenza, facente parte della donazione Vallunga, del 2010. L’Astrologo meridiano è un’opera ‘olio su tela’ del 1929 (65 x81 cm) che reca in basso a destra la firma “Savinio 1929”.
L’opera proviene dalla raccolta di Madam Pomaret, promotrice della Galerie de la Renaissance. Secondo i critici d’arte che l’hanno studiata “l’opera è stata realizzata nell’anno più prolifico della produzione parigina dell’artista quando gli oggetti delle opere, immagini dell’infanzia, figure classiche o elementi della natura, venivano presentati in una situazione teatrale, come ‘rappresentazioni’ in atto su un palcoscenico. Anche nell’Astrologo Meridiano è raffigurata la rappresentazione teatrale con una finestra che apre la vista verso il paesaggio. Al centro si staglia la figura dell’astrologo, un gigante bianco dalla testa minuscola e ovoidale, cioè la figura del Titano più volte ripresa nell’opera di Savinio”.
“I musei-spiega la dirigente del Servizio cultura del Comune di Faenza, Benedetta Diamanti-,come altri luoghi di cultura, malgrado avessero fatto il possibile per essere sicuri in questi periodi di emergenza sanitaria, hanno sofferto particolarmente per questa nuova chiusura anche se, siamo convinti che in questo momento fossero tra i luoghi pubblici più sicuri. Responsabilmente ci atteniamo alle disposizioni ma al contempo mi sento di dire che la cultura resiste. Nello specifico questo prestito -continua Diamanti-evidenzia ancora una volta la ricchezza delle collezioni della Pinacoteca Comunale e della preziosità della donazione Vallunga, riconfermando la grande fortuna nell’averla ricevuta; noi contestualmente continuiamo a valorizzare non perdendo opportunità di divulgarla attraverso mostre prestigiose come quella romana. Siamo stati molto soddisfatti poi che all’arrivo del nostro quadro a Roma, la curatrice della mostra, Ester Coen, ha fatto i complimenti per la bellezza dell’opera e per l’ottimo stato di conservazione. Quindi, malgrado la Pinacoteca sia chiusa, al suo interno si continua a lavorare”.