La rete di associazioni aderenti a Overall Faenza Multiculturale e singoli cittadini, hanno inviato una lettera aperta (allegata) al Presidente dell’Unione della Romagna Faentina, a tutti gli Amministratori e Consiglieri Comunali dell’Unione e dei singoli Comuni, dal titolo “Creare il Precedente !!! Proposta di solidarietà umanitaria”.
La riflessione e la proposta che viene avanzata, riguarda la realtà delle migliaia di essere umani intrappolati fra Bielorussia e Polonia e da ogni parte respinti, anche con una sostanziale impotenza da parte dei Governi Europei.
“Questa situazione dovrebbe imporre a tutte le persone di buona volontà, ognuna secondo il proprio ruolo e le proprie competenze, di farsi carico di una situazione intollerabile da qualsiasi punto di vista la si osservi.”
Per questo viene avanzata una proposta, che potrebbe apparire provocatoria: “Stiamo parlando di circa quattromila persone. Significa che se anche un solo Paese, poniamo l’Italia (che conta ottomila comuni) decidesse di farsene carico per scelta totalmente autonoma, in pratica si tratterebbe di accogliere una (una!) persona ogni due (ogni due!) comuni. Nella pratica, se qualche città si offrisse di ospitarne anche solo una decina, la maggioranza delle località non ne verrebbe nemmeno sfiorata” dichiarano le associazioni e i cittadini di Overall Rete Multiculturale Faenza .
Sarebbe importantissimo che la comunità locale, che in diverse occasioni ha mostrato di saper usare saggezza e solidarietà, desse un segnale preciso al Paese e a tutta l’ Europa, dichiarando la volontà di tutta l’Unione dei Comuni di ospitare almeno una famiglia, o un gruppo di profughi, imprigionati fra i fili spinati di Bielorussia e Polonia.”
“Intorno a questa proposta già avanzata in altre realtà, a partire da Ravenna, vorremmo si aprisse una riflessione con gli Amministratori, nei Consigli Comunali e tra tutta la cittadinanza, per una reale solidarietà umanitaria.”
Il testo della lettera-appello inviata:
“La concreta realtà delle migliaia di esseri umani, intrappolati fra Bielorussia e Polonia e da ogni parte respinti, impone a tutte le persone di buona volontà, ognuna secondo il proprio ruolo e le proprie competenze, di farsi carico di una situazione intollerabile da qualsiasi punto di vista la si osservi.
Purtroppo la partita che si gioca sulla vita di queste persone è dettata da calcoli e preoccupazioni che si situano unicamente nell’ambito della geopolitica. Perché dal punto di vista pratico, la risoluzione del problema immediato sarebbe tanto semplice, che nessuno – se venisse attuata – nemmeno se ne accorgerebbe.
Stiamo parlando di circa quattromila persone. Significa che se anche un solo Paese, poniamo l’Italia (che conta ottomila comuni) decidesse di farsene carico per scelta totalmente autonoma, in pratica si tratterebbe di accogliere una (una!) persona ogni due (ogni due!) comuni. Nella pratica, se qualche città si offrisse di ospitarne anche solo una decina, la maggioranza delle località non ne verrebbe nemmeno sfiorata.
Qualcun* dirà che si rischierebbe di “creare il precedente”. Ma non è che, invece, “creare il precedente” è proprio quello che bisogna fare oggi? Dimostrerebbe che una politica di accoglienza praticata dalla volontà anche dei singoli Paesi e delle singole Comunità locali, senza aspettare le decisioni delle cancellerie internazionali, è in grado di affrontare i problemi, anziché acuirli, allentare le tensioni anziché esasperarle, e soprattutto di salvare vite umane anziché abbandonarle al loro destino di gelo, violenze e naufragi.
Ma forse i governi europei non hanno intenzione alcuna di allentare le tensioni e risolvere i problemi, perché i calcoli della geopolitica suggeriscono altro.
Sarebbe importantissimo che una città come Faenza che in diverse occasioni ha mostrato di saper usare saggezza e solidarietà, desse un segnale preciso alla propria comunità, a tutti i Comuni, al Paese e a tutta l’ Europa.
Vi chiediamo di agire, subito, e dichiarare la volontà di tutta l’Unione dei Comuni di ospitare almeno una famiglia, o un gruppo di profugh*, imprigionat* fra i fili spinati di Bielorussia e Polonia.
Certi che vorrete prendere in seria considerazione questa idea, Vi inviamo rispettosi saluti”