Rete Nazionale Scuole in Presenza esprime decisa contrarietà per le misure sulla scuola – presentate dalle fonti di informazione come prossime alla ufficializzazione – che di nuovo vedono divisa la scuola e colpita violentemente la fascia d’età degli adolescenti, per l’ennesima volta costretta in DaD ed isolamento sanitario e sociale più di ogni altra.
A parità di condizioni di rischio rappresentato per la società, se un bambino del ciclo primario va a casa con cinque casi classe, un adolescente ci va con due.
Gli adolescenti sono ancora bersaglio della politica come lo sono stati da due anni a questa parte: registrano infatti, il numero più basso di frequenza scolastica durante la pandemia. Come dicono molti pedagogisti, abbiamo in maniera folle e sconsiderata invertito il loro ritmo di crescita, chiudendoli nelle loro stanze, e questa nuova decisione del Governo va ancora in questo senso.
E’ necessario e urgente quindi che la scuola in presenza e l’eliminazione della Dad sia un obiettivo perseguito per tutti gli studenti: anche i ragazzi, come i bambini, hanno bisogno di frequentarsi, di confrontarsi, di sperimentarsi per crescere sani e consapevoli.
Quello all’istruzione è un diritto fondamentale che può essere compresso solo per motivazioni comprovate, eccezionali e limitate nel tempo. Tre fattori non ravvisabili nell’attuale condizione epidemiologica generale del Paese, il che ci permette di dire che questo è un grave abuso perpetrato nei confronti della generazione degli adolescenti contro il quale siamo pronti a ricorrere presso i Tribunali internazionali per denunciare l’Italia
per violazione della Carta Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Tenuto conto che per quanto riguarda la fascia di età adolescenziale, ad oggi ci sono molti più giovani ospedalizzati nelle Neuropsichiatrie Infantili che nei reparti Covid, riteniamo opportuno che la Dad sia prevista solo per i positivi sintomatici senza alcuna discriminazione.
Tutti hanno bisogno dello spazio scolastico, che è uno spazio terzo ed un porto franco, del tocco vero dei compagni e dei sorrisi anche degli insegnanti. I dati epidemiologici non supportano discriminazioni e la scuola non può essere brandita come un’arma.
Vogliamo vedere il calo dei tentati suicidi e degli atti autolesionistici come pure il rientro del fenomeno della criminalità minorile ed offrire agli uomini ed alle donne che stanno crescendo una formazione che permetta loro di essere cittadini partecipi e liberi. Vogliamo tutti i ragazzi a scuola. Perché in una democrazia è un diritto costituzionale andarci.
Senza se o ma.