In un recente articolo che riguardava Benigno Zaccagnini si ricordava come egli, in veste di presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Ravenna, durante una riunione organizzativa tenutasi nel mese di giugno del 1944, avesse impartito l’ordine di “non battere il grano e di disseminare le strade con chiodi”. La prima disposizione mirava a sottrarre il cereale ai tedeschi e ai repubblichini, che lo gestivano tramite i cosiddetti “ammassi”. La seconda era giustificata dal fatto che gli unici a muoversi in auto erano gli occupanti. Questi due atti costituiscono altrettanti esempi di azioni nonviolente attuate durante la Repubblica di Salò. La Resistenza, infatti, non è stata solo guerriglia. Azioni di questo tipo sono state realizzate in tutta Italia. Le più famose sono l’occupazione delle fabbriche a Torino e il contemporaneo sciopero generale ordinato da Sandro Pertini il 25 aprile 1945, data non a caso scelta per la Festa della Liberazione.
Raffaele Barbiero del Centro Pace di Forlì ha pubblicato un libro su quanto avvenuto in quegli anni nella sua città dal titolo: “Resistenza nonviolenta a Forlì”. Lunedì 2 dicembre, alle ore 20.45, lo presenterà a Faenza, in via Laderchi, 3, presso la Saletta delle Associazioni della Consulta del Volontariato, sede del Centro di documentazione don Tonino Bello.
Interverrà Daniele Lugli, ex presidente nazionale del Movimento Nonviolento.
L’invito alla cittadinanza a partecipare è rivolto, in particolare, agli studiosi locali che potranno ricavarne stimolo per realizzare una ricerca relativa al territorio faentino.
L’iniziativa è realizzata con il contributo della Regione Emilia-Romagna.