In data odierna il Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia, Michele Barcaiuolo, ha presentato alla Giunta Regionale dell’Emilia Romagna un’interrogazione a risposta scritta sul tema Asp della Romagna Faentina e gestione dei posti accreditati “il Fontanone”.
“La complessa vicenda giudiziaria che sta coinvolgendo l’Unione della Romagna Faentina e la Cooperativa Sociale In Cammino ha ed avrà impatti significativi sul nostro territorio, sulle casse dell’ASP della Romagna Faentina e conseguentemente sui bilanci dei Comuni soci di ASP stessa. Ma in modo particolare si riverserà inevitabilmente su una delle fasce più deboli e bisognose di protezione della nostra comunità” commenta Stefano Bertozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio comunale di Faenza, impegnato da tempo sulla tematica “Le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato stanno facendo emergere gli errori e l’approssimazione di un’azione amministrativa arrogante e superficiale che, dietro ad un preteso riequilibrio tra gestione pubblica e gestione privata, ha cercato di nascondere un macroscopico problema di bilancio di ASP della Romagna Faentina – conseguenza di precise scelte politiche pregresse e attuali”.
“Come capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale ho ritenuto di alzare il livello di attenzione su di un tema importantissimo che rischia di passare inosservato, e l’ho fatto interessando il nostro gruppo Regionale, ed in particolare il Consigliere – Avv. Barcauiolo – che ha pienamente condiviso la nostra grande preoccupazione ed ha ritenuto di interrogare la Giunta per conoscere quanto e come sia a conoscenza di questa vicenda.
ASP della Romagna Faentina nel biennio 2018-2019 ha perso oltre 700.000 euro, il 2020 chiuderà con una perdita di circa 600.000 euro (e attendiamo di vedere i numeri definitivi perché temo potrebbero esserci ulteriori sorprese), il 2021 per come si stanno mettendo le cose non vedrà numeri diversi nonostante enfatiche previsioni di ritorno a macro utili.
È stato già venduto un podere il cui ricavato, anziché essere destinato a beneficio della collettività (recupero del patrimonio edilizio del Comune di Faenza), è stato dirottato a riduzione delle perdite ASP” fa notare Bertozzi che chiede l’intervento della Regione Emilia-Romagna “È necessario che la Regione Emilia Romagna si faccia parte attiva in una partita dal significativo impatto sociale, finanziario e strutturale.
L’URF della Romagna Faentina e il Comune di Faenza hanno il dovere di predisporre urgentemente un piano alternativo di sostenibilità, devono dare un’immediata risposta.
La Regione Emilia Romagna deve stimolare e pretendere risposte, non può essere spettatore ma deve farsi parte attiva”.
“La Regione chiarisca la vicenda dello scontro giudiziario in atto tra la Asp della Romagna faentina e la cooperativa privata In Cammino per la gestione della casa per anziani Il Fontanone (a Faenza), che ha 112 posti letto. Una disputa che potrebbe risolversi “in un danno patrimoniale ed economico per l’ASP stessa e conseguentemente per i Comuni soci, che potrebbero essere chiamati a ripianare le perdite di ASP, con riflessi diretti e indiretti sulla qualità complessiva del servizio offerto e sui futuri investimenti, in un ambito di intervento rivolto a una fascia di popolazione estremamente fragile e bisognosa di assistenza”.
Questa la richiesta di Michele Barcaiuolo, che, nell’interrogazione, chiede alla Giunta anche un giudizio “considerato l’ingente utilizzo di risorse che simili percorsi giudiziari comportano e che ASP ha ricevuto tramite donazioni di privati e generosi lasciti a favore della comunità”.
“In Cammino è ricorsa al Tar che ha, però, dato ragione a Urf. Appellandosi al Consiglio di Stato, in aprile, In Cammino ha visto accolto il proprio ricorso per garantire l’assistenza agli ospiti “anche alla luce della mancata definizione delle procedure relative al personale”. Intanto, una nuova pronuncia del Tar annullava il passaggio da In Cammino ad Asp e censurava Urf per “mancanza di valutazione preventiva sulla congruità dell’affidamento diretto ad Asp, in quanto l’Unione ha omesso qualsivoglia approfondimento prima di avviare la procedura di accreditamento”, affermava che Asp non aveva rispettato il decreto 50/2016 e dichiarava che Asp non aveva dimostrato la maggior convenienza economica del rinnovo a favore della cooperativa, perché la scelta “presupponeva un’analisi di mercato che è mancata”.