L’Altra Faenza dà seguito agli orientamenti assunti nell’ assemblea annuale dello scorso 9 marzo – con l’intenzione di avviare una sorta di “cantiere programmatico” – promuovendo un primo Incontro pubblico dal titolo“La progettazione della città pubblica”, per Lunedì 15 aprile, ore 20,45 alla Sala del Museo Malmerendi, in via Medaglie d’oro 51.
«Assieme all’Urbanista Piero Paolo Cavalcoli, vogliamo interloquire, con rappresentanti dell’associazionismo sociale e professionale, dei movimenti ambientali, culturali, sindacali; dei Consigli di quartiere; delle aggregazioni politiche interessate; oltre che gli Assessori all’urbanistica e all’ambiente.
A partire dall’Ordine del Giorno votato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Faenza “Percorso partecipativo per la preparazione del Piano Urbanistico Generale” s
u iniziativa del Consigliere Edward Necki, intendiamo confrontarci per avviare questo percorso, su tutti gli aspetti dell’organizzazione della città e della qualità urbana.
Su tali questioni noi riteniamo che le scelte messe in campo dall’attuale Amministrazione siano state insoddisfacenti: si è continuato a permettere di costruire (o allargare) nuovi supermercati, fare bandi per urbanizzare nuovi terreni agricoli, in un territorio con una prestazione energetica degli edifici mediamente bassa e un’alta vulnerabilità sismica; che vede circa 3800 unità immobiliari residenziali e circa 1.000 immobili destinati ad attività economiche, non utilizzati; mentre restano incompiuti o bloccati diversi cantieri ecomparti edificatori.
In una comunità, necessariamente, ci sono punti di vista, aspettative, interessi che sono anche divergenti tra loro, ma, usando le parole del citato ordine del giorno: …E’ necessario che la comunità nel suo complesso, quindi anche i possessori di aree potenzialmente edificabili, privati, società, banche, fondazioni, operatori del settore, ecc., ma più in generale tutti i cittadini, prendano atto della necessità di una diversa progettazione della città pubblica futura, dove le nuove urbanizzazioni non hanno (se non per casi particolari) ragione di essere, ed è invece necessario riqualificare e rigenerare il patrimonio esistente dal punto di vista funzionale, ambientale, energetico, ecc. …
Il “percorso partecipativo” di cui stiamo parlando dovrebbe servire proprio a questo, per costruire una idea di città pubblica futura che non parta solo dagli interessi forti consolidati, come troppo spesso è accaduto in passato. Non si tratta di demonizzare questi interessi, ma piuttosto renderli chiari e metterli a confronto con quelli che riteniamo essere per il bene comune.
E’ in un percorso di questo tipo che devono trovare spazio approfondimenti e soluzioni per:
– affrontare la scarsa disponibilità di l’edilizia sociale, nonostante tanto patrimonio abitativo vuoto;
– una riqualificazione della città dal punto di vista dell’efficientamento energetico e sismico, non solo per gli edifici pubblici e dei singole abitazioni, ma di interi condomini e quartieri;
– rilanciare gli obiettivi del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES);
– la mappatura e la bonifica dei tetti in amianto, promuovendone la sostituzione con impianti solari e fotovoltaici (che dovrebbero essere più facilmente collocati anche nel centro storico);
– approfondire le conseguenze sull’urbanistica e l’assetto della città di progetti come la riqualificazione dell’area della stazione (fino ad oggi oggetto solo di articoli sulla stampa locale);
– la futura definizione del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS) sul quale va avviato subito un confronto ampio con la città, per comparare esigenze e punti di vista diversi (dei cittadini, dei lavoratori, dei commercianti, ecc.), e trovare soluzioni per una città più salubre, vivibile e attraente.
L’iniziativa non intende naturalmente sostituire un percorso di partecipazione strutturato (che, non a caso, l’ordine del giorno chiede che l’Amministrazione istruisca opportunamente), verso la costruzione del Piano Urbanistico Generale da avviare entro il 2020, ma è soltanto il primo passo per aprire un confronto per pensare una Faenza diversa,migliore e sostenibile».