“Il nuovo logo che dovrebbe rappresentare la Ravenna del mosaico, presentato come al solito in pompa magna qualche settimana fa, è stato sin da subito oggetto di critiche e commenti decisamente condivisibili.
Ma dietro alla discussione sulla bellezza o per meglio dire – bruttezza – del logo in questione, si celano i soliti giochetti di palazzo. O per meglio dire: valzer di poltrone.
E si, perché a ben guardare e senza neanche troppa fatica, salta fuori che Emilio Macchia, compagno del Presidente del Consiglio comunale ed attuale vice segretario del PD Emilia-Romagna Oudidad Bakkali, è stato invitato dall’amministrazione comunale a partecipare all’indagine di mercato, effettuata peraltro solo con 3 soggetti invitati per l’appunto, relativa alla realizzazione del logo Ravenna Città del Mosaico.
E il Macchia ha pure vinto!
Curioso come l’amministrazione comunale non abbia invece pensato di affidarne la realizzazione all’Accademia delle Belle Arti o al Liceo Artistico, valorizzando così gli studenti di queste realtà.
L’inopportunità di questa procedura è evidente.
I fatti. Lo Studio Macchia fu invitato a presentare l’offerta dall’ex Dirigente alle Attività Culturali Maurizio Tarantino, a pochi mesi dalla scadenza del suo contratto e della sua sostituzione.
Le aziende, all’epoca, invitate dall’Assessorato alla Cultura all’indagine di mercato furono: Studio Emilio Macchia, Happy Minds di Lidia Marongiu e Pagina di Enrico Rosso.
Tutti soggetti che risultano essere particolarmente gradito al Partito Democratico ravennate e che da anni ottengono affidamento di servizi dal Comune di Ravenna o da società da esso partecipate.
Le offerte dei 3 soggetti invitati, peraltro, lasciano perplessi.
Pur essendo stato invitato come Studio Emilio Macchia, egli presenta la propria offerta come Eee, studio che vede soci lo stesso Macchia ed Erica Preli. La loro offerta cuba per un’importo di € 9.906,5.
Happy Minds offre 43,5 euro in più e cioè 9.950 euro. Pagina offre 10.396,99 euro.
Come anticipato il Macchia vince e il Comune di Ravenna affida il progetto allo Studio Emilio Macchia e non alla Eee che ha presentato l’offerta.
Alla presentazione pubblica del nuovo logo, però, Sindaco e Assessore alla cultura ci tengono a specificare che il logo non è stato realizzato dallo Studio Emilio Macchia ma da Eee studio.
Davvero curioso.
Si tratta, in effetti, di una differenza di non poco conto dal momento che viene taciuto l’affidamento al compagno dell’attuale Presidente del Consiglio Comunale Oudidad Bakkali, facendo credere invece di aver affidato il servizio ad una sorta di studio associato.
Ma la cosa ancora più curiosa è che durante l’ultima consiliatura Happy Minds e Pagina avevano ricevuto affidamenti per servizi dall’Assessorato all’istruzione di cui Ouidad Bakkali era Assessore, per importi di poco superiori a quello dello Studio Emilio Macchia
Happy Minds quando Ouidad Bakkali era Assessore all’istruzione ha ricevuto un’affidamento di 13. 420 euro oltre ad un affidamento di 1.220 euro. Pagina ha avuto un’affidamento di 15.000 euro oltre ad due affidamenti per 998 e 915 euro .
Per la cronaca Pagina per l’organizzazione degli Stati Generali dell’infanzia voluti dal Sindaco de Pascale e dall’allora Assessore all’Istruzione Bakkali aveva ricevuto l’affidamento dell’evento per 45.445 euro.
E non finisce qui: l’attuale Assessore alla cultura Fabio Sbaraglia, negli scorsi anni faceva parte dell’associazione culturale “Strativari”, di cui era responsabile proprio Emilio Macchia assieme alla figlia dell’ex direttore generale del Comune di Ravenna, Gioia Boattini.
Associazione che neanche a dirlo, ha ricevuto contributi notevoli per i propri progetti dall’Amministrazione PD a guida dell’ex Sindaco Fabrizio Matteucci e dell’attuale Sindaco de Pascale.
Tutta questa disamina per evidenziare, rispondendo ai tanti Ravennati che ci hanno contattato a tal proposito, che il lupo perderà (forse) il pelo ma non il vizio. E quindi, nonostante il valzer di poltrone (sempre ben pagate) all’interno del PD ravennate e quindi dell’amministrazione comunale, le opportunità per gli amici del partito restano invariate. E chi se ne importa di etica ed inopportunità. “