Alla base del trasferimento del procuratore Alessandro Mancini da L’Aquila, deciso dal CSM, ci sarebbe un esposto presentato a novembre 2020 dalla capogruppo di La Pigna Veronica Verlicchi alla procura di Forlì. Lo ha spiegato la stessa Verlicchi in conferenza stampa.
L’esposto riguardava l’affidamento diretto per la forniture di mascherine usa e getta da parte dell’Ausl Romagna alla ditta Codice Srl, riconducibile a Gianluca Pini, l’ex parlamentare al centro della questione legata al procuratore Mancini. Un affidamento arrivato nella primavera del 2020, in uno dei periodi più difficili della pandemia e quando le forniture sanitarie erano difficilmente reperibili.
Nel suo esposto la Verlicchi presentava dubbi sul costo della fornitura, oltre 6 milioni di euro, e sulla società stessa, in rapporti sì con l’Ausl, ma per forniture di bevande.
Dall’esposto sarebbe partita un’indagine che avrebbe portato al sequestro del cellulare di Gianluca Pini e allo svelamento dei rapporti che hanno spinto il CSM a votare e stabilire il trasferimento di Mancini.