“…Una classe dirigente che decide di ignorare o non affrontare un problema ormai sotto gli occhi di tutti, è una classe dirigente da cui non ci sentiamo rappresentatə. È una scelta politica ignorare o decidere di non  affrontare il problema.

È una posizione politica precisa: un conto economico di voti che questo o quell’altro partito si fa, e alla fine l’intera scena politica prende una posizione. Una posizione a nostro parere ben poco lungimirante perché non tiene conto delle evidenti disparità sociali, delle disuguaglianze e dell’inflazione stessa.Per risolvere le sfide sociali, economiche e ambientali che affrontiamo oggi, dobbiamo ripensare lo status quo. I governi e le altre istituzioni di tutto il mondo devono abbracciare nuovi modi di pensare e impegnarsi attivamente nell’innovazione dei sistemi diffusi per compiere progressi reali verso un mondo più sano e più prospero.

Eppure la maggior parte continua a inquadrare il proprio lavoro all’interno di modelli economici tradizionali, senza riconoscere il danno che sta causando alla società e al pianeta.

Questa inquadratura si manifesta spesso in misure a valle, come il trattamento delle malattie respiratorie esacerbate dall’inquinamento atmosferico, piuttosto che investire nel trasporto pubblico; ricostruire dopo le inondazioni causate dai cambiamenti climatici, piuttosto che disinvestire dai combustibili fossili e investire in energia pulita; o concentrarsi su interventi sanitari legati alla cattiva alimentazione, piuttosto che migliorare le filiere agricole e incoraggiare la domanda dei consumatori di alimenti sani…

Il momento storico che stiamo vivendo è cruciale. Palpabile nell’aria il vuoto sociale dopo la pandemia e dopo la guerra, evidenti le contraddizioni fra i profitti delle multinazionali del fossile e la crescente ingiustizia, climatica e sociale, nel mondo e nel nostro paese. Se l’umanità sembra aver perso i suoi punti di riferimento storici, ci sono sacche di attivismo e di popolazione consapevoli dei fenomeni odierni di impoverimento sociale e personale. Alla disgregazione sociale opponiamo nuove comunità, energetiche e sociali. Ai profitti iniqui sulla pelle delle e dei più poveri opponiamo la giustizia climatica come stella polare…..”

Questi alcuni passaggi del manifesto con cui  i ragazzi e le ragazze dei Fridays for Future lanciano , in tutta Italia Venerdì 3 marzo   lo “Sciopero Globale Per Il Clima”.

Sono parte di un’analisi ben più ampia, ricca anche di richieste precise che condividiamo.

https://fridaysforfutureitalia.it/sciopero-globale-per-il-clima-il-3-marzo-le-motivazioni-e-le-piazze/

Ancora una volta i/le ragazz* dei FFF chiamano la coscienza della nostra società occidentale (governata dai loro padri e nonni) alle proprie responsabilità di fronte a una situazione sociale, economica e ambientale inaccettabile.

Sono legittimamente preoccupati per come “le compatibilità” del neoliberismo imperante, attento solo al massimo profitto immediato, stanno minando totalmente la loro vita e  il loro futuro sociale e ambientale.

E su questo sono disposti a battersi.

La nostra rabbia è energia rinnovabile! E’ questo il loro slogan.

Noi come Potere al Popolo Ravenna lo condividiamo e gridandolo insieme  saremo al loro fianco come abbiamo sempre fatto.

Lo siamo stati a Firenze e a Bologna nelle grandi manifestazioni di“ Insorgiamo” insieme al collettivo della GKN e lo saremo anche a Ravenna  questo venerdì 3 marzo come abbiamo già fatto negli anni scorsi.

Invitiamo perciò tutta la cittadinanza a unirsi a questo momento e sostenere le motivazioni del loro “Sciopero Globale Per Il Clima”.”