Un articolo dal titolo “Importance of external quality assessment for SARS-CoV-2 antigen detection during the COVID-19 pandemic”, pubblicato nei giorni scorsi sul Journal of Clinical Virology, a cura del QCMD, (Quality Control for Molecular Diagnostics, l’Istituto per il controllo di qualità in diagnostica molecolare inglese), dall’Istituto di Virologia della Università Humboldt-Charitè di Berlino, dalla Divisione di Virologia Clinica dell’Università di Groningen (NL) e dall’ Unità Operativa di Microbiologia “Romagna” di Pievesestina, descrive i risultati del primo studio internazionale per la valutazione comparativa dei test antigenici per COVID-19.
“Allo studio – spiega il Prof Vittorio Sambri , Direttore dell’Unità Operativa di Microbiologia della Romagna – hanno partecipato 258 laboratori, provenienti da 27 Paesi diversi, e sono state impiegate diverse preparazioni (incluse buona parte delle più diffuse varianti virali) di virus SARS CoV-2 messe a disposizione dalla Microbiologia della “Romagna” che, da oltre due anni, isola e sequenzia il virus. Ogni laboratorio partecipante ha ricevuto un “pannello” identico di preparazioni virali e le ha testate con i metodi normalmente impiegati. Circa l’ 80% dei partecipanti ha fornito risultati esatti per i virus esaminati, mentre il 20% ha dato risposte non congruenti con quelle attese.“
“In particolare – prosegue il Prof Vittorio Sambri – diversi valori di sensibilità dei test sono stati messi in evidenza per le differenti varianti virali studiate: una variante di SARS CoV-2, che manca di una serie di nucleotidi nel gene della proteina N (isolata in Romagna) ha dimostrato, in particolare, di essere identificata in modo meno efficiente da parte di molti test antigenici. I risultati confermano inoltre che i test antigenici rapidi immunocromatografici hanno minore efficienza rispetto a test automatizzati sia per uso rapido che da laboratorio. Lo studio ha indicato quindi, molto chiaramente, la necessità di eseguire con regolarità questo tipo di valutazione internazionale al fine di garantire sempre la massima efficienza possibile dei test antigenici per COVID-19.“