Il palio di Faenza deve cambiare il fantoccio del Niballo e della Nott de Bisò. La discussione è da un po’ che tiene banco in città. Il “moro”, e il suo rogo nella serata del 5 gennaio, evento saltato quest’anno a causa dell’emergenza sanitaria, rischiano oggi di essere visti come un richiamo, involontario, a spinte razziste e xenofobe. Da tempo in città si sta discutendo quindi se apporre qualche modifica alla tradizione. Un dibattito riaffiorato in questi giorni. Contraria al cambiamento è la Lega:
“Annibale era un condottiero dell’antica città di Cartagine, una delle più importanti città del Mediterraneo, sulle sponde dell’odierno Golfo di Tunisi” ricorda la Lega “Annibale era di carnagione scura, non negroide. Nella storia del Palio del Niballo (la cui etimologia deriva da Annibale, il cui fratello Asdrubale provocò la devastazione della città di Faenza nell’anno 208 a.C.) come ben chiarito nell’intervista di Gabriele Garavini al Cav. Aldo Ghetti in un quotidiano, non si vuole usare la razza per discriminazioni, ma semplicemente rievocare che in epoca medioevale il nemico era il saraceno detto anche “moro”.
Sorprende come in un periodo così complicato per la pandemia mondiale e la crisi economica e sociale che tocca duramente anche il nostro paese e la nostra città si possa discutere sulla storia delle tradizioni e leggere che alcuni esponenti faentini del PD ragionino sull’eventuale cambiamento della narrazione storica dubitando sull’opportunità che il Niballo (che brucia ogni anno il 5 gennaio in piazza) sia di un colore raffigurante un uomo “nero”.
Il rogo del Niballo è simbolicamente il rogo del “nemico” o più semplicemente delle avversità dell’anno che si è concluso da poco.
Non perdiamo di vista le priorità.
Come Lega Faenza abbiamo sostenuto e sosterremo le manifestazioni del Niballo con la volontà di migliorarne l’appeal e la tradizione senza intaccare la storia.
Ogni cosa a suo tempo e non disperdiamo energie in consiglio comunale per fare battaglie ideologiche dove non ve ne sono”.