L’emergenza Covid-19 ha messo in pausa le vite di molti di noi, ma non ha fermato la sensibilità e la solidarietà nei confronti della lotta contro il cancro in Romagna, a sostegno dei tanti che ogni giorno lottano contro questa malattia. Fulgido esempio di questa affermazione è la donazione appena giunta all’Istituto Oncologico Romagnolo da parte di Giacomo Donegaglia e Flora Mazzotti, coppia conosciuta sul territorio di Ravenna per avere gestito per trent’anni, dal 1963 al 1993, “La Tazza d’Oro”, bar tra i più prestigiosi della città bizantina sito in Piazza del Popolo. «Sono sostenitore dello IOR da anni – spiega lui – e ho sempre contribuito con cifre modeste: ma ora che mia moglie è stata operata a Faenza di tumore, abbiamo deciso di dare un contributo più consistente per ringraziare del trattamento ricevuto da tutto il personale sia medico che infermieristico che sanitario. Per questo ritengo quindi che sia necessario che tutti sosteniamo la ricerca sul cancro per continuare nei progressi finora raggiunti».
La donazione effettuata da Giacomo, per ringraziare del trattamento ricevuto dalla moglie Flora e donare speranza a quanti come lei devono affrontare il lungo e complicato percorso della malattia oncologica, è stata di 5.000 euro: un contributo davvero generoso per un privato cittadino. «Questa offerta ci ha lasciati davvero senza parole – afferma Mario Pretolani, Presidente dell’Associazione Volontari e Amici dello IOR nonché consigliere della sede IOR di Ravenna – quando Giacomo ci ha contattati per informarci della volontà di effettuare una donazione a sostegno della ricerca non avremmo potuto immaginare tanta generosità. Siamo grati per questa manifestazione di amicizia e di fiducia da parte di un membro di spicco della nostra comunità, un volto riconoscibile per tutti quelli che vivono nella nostra città da tanti anni. L’offerta arriva poi in un momento particolare per la nostra organizzazione: come un po’ tutte le realtà nazionali e internazionali dobbiamo fronteggiare le difficoltà legate all’emergenza Covid-19, con vari eventi importanti di raccolta fondi a sostegno delle nostre attività che sono saltati o che sono stati organizzati, diciamo così, in tono minore, in ossequio alle misure di contenimento della pandemia. Ma la ricerca di una cura definitiva al cancro, come era solito affermare il nostro caro prof. Dino Amadori, non può rallentare, per i tanti che lottano contro questa malattia oggi. La donazione di Giacomo darà una bella spinta ai professionisti che combattono la loro battaglia ogni giorno in laboratorio, per donare nuove speranze ai nostri pazienti».