Un intervento sulla stampa, dell’Associazione Nazionale libera caccia Ravenna, ci impone di precisare e rendere meglio note le linee di un progetto inerente il contenimento delle specie invasive nelle zone umide ravennati.
Il progetto, con uno stanziamento complessivo di 150.000 euro, verte primariamente a migliorare le condizioni ambientali generali del complesso vallivo ed il ripristino di parte degli habitat protetti, attraverso il monitoraggio e il contenimento delle specie alloctone ritenute invasive per tali ambienti, quali il gambero rosso della Louisiana, la nutria e le specie ittiche alloctone. Le azioni principali prevedono il monitoraggio e il contenimento di dette specie con la messa in campo di tutte le azioni consentite ed applicabili, sulla base dei vigenti Piani nazionali e regionali di controllo delle specie alloctone invasive e dei protocolli di monitoraggio, validi per l’intero territorio regionale, ivi compresi i Parchi e le Riserve regionali.
E’ bene sottolineare come l’importo complessivo stanziato, sia riferito all’intero progetto comprensivo di tutte le azioni e non alla sola specie nutria (Miocastor coypus), e che la distribuzione delle risorse è stata calibrata in base alle singole azioni d’intervento ed alle modalità operative richieste e previste dalla normativa e dai regolamenti vigenti in materia.
Lo stanziamento di 150.000 euro costituisce il massimo delle risorse disponibili per sostenere adeguatamente il progetto. E’ evidente che l’Ente parco del Delta presterà particolare attenzione all’utilizzo delle risorse in modo da cercare di realizzare il progetto con un risparmio di spesa. Il Parco vuole inoltre sottolineare che nel caso l’impegno di spesa risulti inferiore al tetto massimo programmato di 150.000 euro, il risparmio verrà comunque investito in progetti di riequilibrio ambientale nelle zone del Parco che ricadono nel comune di Ravenna.
Non c’è quindi nessuno spreco di risorse, ma un impegno particolare con una serie di iniziative atte ad arginare un fenomeno che ha ricadute certamente negative per l’ambiente umido vallivo. Piuttosto rimaniamo perplessi del perché in sede di presentazione del libro sulle oasi palustre ravennati, non sia stata sollevata dai presenti nessuna eccezione e non siano state formulate domande atte ad ottenere chiarimenti in merito benchè la presentazione fosse chiara sebbene sintetica.