“Girando molto, per lavoro, lungo le strade, mi è capitato di riflettere su un effetto negativo degli strumenti di difesa messi in campo, quasi un dettaglio, ma non da poco. Vedo infatti frequentemente mascherine e guanti in lattice sparpagliati a terra, senza che nessuno si preoccupi di raccoglierli e di smaltirli correttamente, dato che, una volta usati, diventano rifiuti speciali e altamente nocivi”.
La denuncia arriva da Maurizio Marendon, una delle figure di riferimento di Lista per Ravenna.
Se non conferiti a dovere, finendo invece nei campi, nelle fogne o nei corsi d’acqua, e di lì in mare, questi rifiuti inquinano irrimediabilmente gli ambiente di vita e naturali, nuocendo anche al ciclo alimentare. “Logico inoltre immaginare che, quando non buttati per strada, molti siano inseriti nei cassonetti sbagliati, soprattutto in quelli della plastica, chissà se recuperati a parte da Hera”.
Giova dunque ricordare le istruzioni dettate a suo tempo da Hera stessa:
“Guanti e mascherine devono essere conferiti nel rifiuto indifferenziato e quindi non avviati a recupero tramite altre raccolte differenziate, come ad esempio carta o plastica. È bene inoltre inserire questi rifiuti in un sacchetto resistente, per essere sicuri che niente fuoriesca, e chiuderlo bene. E questo per un motivo semplice: sia i guanti che le mascherine potrebbero essere venuti a contatto accidentalmente con il virus, essere contaminati e quindi a loro volta diventare veicolo di ulteriori trasmissioni alle persone che i rifiuti li raccolgono o li lavorano negli impianti di destinazione finale di questi dispositivi. Hera raccomanda di evitarne l’abbandono a terra, perché i dispositivi sanitari sono molto resistenti e potrebbero durare nell’ambiente decine di anni come accade per le buste di plastica o i flaconi”.
La campagna “Gettali nell’indifferenziata” risale al 20 maggio 2020.
“Se nei primi tempi mascherine e guanti erano anche difficili da trovare e comunque costosi, nel frattempo sono diventati oggetto di consumo quotidiano a poco prezzo. Si possono contare sull’ordine dei milioni quelli utilizzati dai 160 mila cittadini ravennati e chissà dove finiti. Data l’evidenza dei risultati negativi sul territorio ravennate, non sapendo degli altri, bisognerà che il sindaco di Ravenna si preoccupi di correre ai ripari sul proprio.
- Innanzitutto, siccome i manifesti e le istruzioni di Hera si sono visti poco o niente, gioverebbe riorganizzare da capo, con maggiore efficienza, modalità e mezzi di comunicazione, affinché le informazioni giungano capillarmente agli utenti del servizio rifiuti.
- Gli operatori addetti alla raccolta dei rifiuti o allo spazzamento delle strade dovrebbero inoltre essere istruiti e attrezzati, con tutte le cautele a propria difesa ed eventualmente riconoscendo loro una piccola indennità, affinché, ponendo attenzione alle mascherine e ai guanti lasciati in giro o mal deposti lungo i loro percorsi di servizio, li raccolgano e li chiudano in appositi sacchetti da destinare all’indifferenziata.
- Infine, la polizia locale controlli, attraverso telecamere o fototrappole postate sulle isole ecologiche della raccolta differenziata, che mascherine e guanti non siano gettati nei contenitori indebiti, se necessario applicando le dovute sanzioni”.