L’Istituto Tecnico “A. Oriani” si conferma ancora protagonista e in prima linea nel fornire ai propri alunni competenze di livello. Lo ha confermato nella tarda mattinata di venerdì 21 febbraio, dando il via, alla presenza di Jacopo Fo, alla fase pilota del progetto di Autocura Energetica delle Scuole, patrocinato direttamente dal MIUR. Prendendo le mosse da un piano programmatico condiviso tra EcoFuturo, Ecquologia Associazione Giga e dalla Libera Università di Alcatraz, quella di Fo è un’impresa a più voci. Infatti è accompagnato nell’azione dal faentino Michele Dotti che, dopo i calorosi indirizzi di saluto iniziali rivolti dal Preside Fabio Gramellini, ha interpretato ai presenti le peculiarità del progetto pungolando i giovani studenti sull’analisi degli sprechi energetici con tecnologie all’avanguardia e su un progetto per il miglioramento e il contenimento degli sprechi, oltre che sull’importanza di raggiungere l’obiettivo di una accelerazione della riconversione degli edifici ma anche di una formazione che punti al cambiamento ecologico dell’intero nostro Paese.
Caratterizzatasi a partire dai primi anni Ottanta per un’intensa attività di formazione, dal teatro all’installazione di pannelli solari, è proprio l’associazione Libera Università di Alcatraz ad occuparsi, in questi decenni, di diffondere la cultura della pace, dell’arte e dell’ecologia in vari settori. Il centro della filosofia dell’associazione è la cultura del ridere e della professionalità, motivi ispiratori dell’attività di Fo e Dotti.
Sotto la luce graffiante del riso, la acuminata diagnosi degli sprechi dell’attivista Fo, figlio del più noto Dario e Franca Rame, ha condotto i presenti a riflettere sui quantitativi di energia prodotta a livello europeo, il 45% della quale viene utilizzata nel settore edilizio. Il focus si è concentrato sull’Italia, dove la percentuale scende al 37% per questioni climatiche. Gli edifici totali sono oltre 14 milioni di cui quasi 12 milioni di tipo residenziale. Gli appartamenti sono oltre 28 milioni e gli edifici scolastici oltre 42mila. Dell’intero patrimonio edilizio appena l’1% degli edifici è in classe A e lo 0,3% in classe A+. Insomma, Fo mette in luce grovigli problematici del percorso di autocura. Lo spreco finanziario legato allo spreco energetico degli edifici in Italia vale tra i 100 e i 180 miliardi di euro all’anno a seconda di chi redige le stime.
La leva finanziaria sulla quale operare per avere le risorse per la ristrutturazione ecologica e rinnovabile degli edifici scolastici va ricercata in questo immenso impiego di risorse e potrà essere quantificata statisticamente in maniera precisa con grande difficoltà, tenuto conto che le amministrazioni pubbliche a cui fanno riferimento gli edifici scolastici sono molteplici, partendo dal livello comunale fino a quello statale.
Il corso di autocura energetica diventa persino occasione per insistere di pari passo sulla messa in sicurezza sismica degli stessi edifici, cosa che ne migliorerà la salubrità stessa intrinseca e permettere, dunque, di porvi rimedio con modesti accorgimenti ecotecnologici.
L’intervento di Fo ha riscosso consensi vivaci e unanimi, proponendosi di mobilitare ogni scuola, ogni corpo docente e ogni corpo studentesco per raggiungere l’obiettivo di una accelerazione della riconversione degli edifici ma anche di una solida maturazione filosofica, scientifica e tecnologica che costruisca la spina dorsale e il cervello per il cambiamento ecologico dell’intero nostro paese.