“SNAM ha depositato la documentazione per alcune “ottimizzazioni progettuali” (così definite): come se un progetto di questa rilevanza e già necessariamente perfetto potesse diventare ancora più perfetto! In realtà sono stati MODIFICATI (altro che ottimizzati!) diversi punti importanti. La diga frangiflutti cambia posizione, dimensione e tempistica di realizzazione, prolungata fino al 2026: se il rigassificatore entrerà in funzione nel 2024, chi lo proteggerà nel frattempo? La profondità del dragaggio passa da 14,50 a 17 m (bella sfida tenere aperto un buco nel fango in fondo al mare). La profondità naturale a 17 m davanti alle coste ravennati si trova a circa 13 km, tanto per dire. Alla nave viene aggiunto uno scambiatore di calore per riscaldare l’acqua di mare, mare che, dopo oltre un anno dalla presentazione del progetto con tanto di citazione delle più autorevoli fonti di statistica, a un tratto si scopre non essere abbastanza caldo in inverno: verosimile pensare che il dato non fosse noto? Così come, evidentemente, non è noto che il progetto viene collocato in una ZTB, ovvero una zona marina di tutela biologica. Gli sversamenti a mare dei prodotti della clorazione in quantità industriale ed il “riscaldamento” sono compatibili con la tutela dell’ecosistema e con le attività di pesca? Viene “ottimizzata” anche la piattaforma Petra che, stando ai giornali (il Resto del Carlino, ripreso da Confindustria 05.08.2023), pare richiederà 14 mila tonnellate di materiale. Per farsene un’idea: quel peso è rappresentabile come un lingotto di acciaio di sezione 1m x 1m lungo quasi 2 km… un lavoretto da niente! Per fortuna che la posizione era stata scelta perché di realizzazione più veloce! Senza parlare dell’urgenza, che ha fruttato a qualcuno l’ambìto record per cui è stato compiuto “in quattro mesi ciò che di solito richiede da cinque a dieci anni”! Peccato che sia quasi tutto da rifare! Ma fin qui l’imbarazzo sarebbe ancora forse tollerabile.
Quando la documentazione fu pubblicata, l’ing. Merendi di Ravenna segnalò diversi errori riscontrati nel progetto (collaudo non a norma e impossibile da superare, errata indicazione della temperatura gas in uscita dal rigassificatore e aria immessa nel flusso del metano). Come Italia Nostra sezione di Ravenna presentammo alcune osservazioni, ora citate nella ERRATA-CORRIGE: dopo un anno di rassicurazioni circa il progetto esente da errori e senza necessità di revisione perché “va tutto bene”rilasciate da esponenti di spicco di Comune, Regione e Governo (fino al recentequestion-time dell’on. Bonelli al Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin) ora Snam smentisce tutti chiedendo che vengano CORRETTI alcuni errori.
Quali? Collaudo, temperatura e aria!
Ma se prima tutto era perfetto e il progetto era stato approvato “all’unanimità”, modificarne alcune parti non potrà che far decadere le approvazioni già rilasciate. O no? Magari fosse finita…. Lo sgomento prosegue perché pare che nella ERRATA-CORRIGE ci siano altri due errori (da verificare): uno dei documenti indicati come da correggere non è stato individuato (forse per una cifra del codice errata), e l’errore per il quale sarebbe stato scritto “aria” invece di “azoto” è indicato come“lapsus tra METANO e AZOTO” (invece che “aria” e “azoto”). Quindi, sarà emessa un’errata-corrigedell’errata-corrige?
Che poi pare grottesco parlare di “lapsus” o “errori di battitura” che avrebbero superato il vaglio della quindicina di tecnici i quali avrebbero elaborato, verificato, approvato, autorizzato, timbrato e validato con la propria firma i documenti (in un caso addirittura OTTO documenti diversi) che contengono gli stessi errori e che poi sarebbero sfuggiti anche al controllo degli“oltre sessanta enti” che avrebbero controllato quello che il sindaco De Pascale definì un“progetto ultraverificato”! Viene il dubbio che non solo nessuno abbia controllato, ma nemmeno letto i documenti!
Chi pensa che sia finita qui resterà deluso. Sempre l’ing. Merendi ha inviato e reso pubblica qualche giorno fa una nuova “osservazione” nella quale fa notare che, oltre agli errori tecnici oggetto delle esaurienti repliche da parte di Snam – che però non ha corretto i documenti tanto da chiedere ora una errata-corrige – ha segnalato altri 4 (quattro!) errori “nuovi” contenuti IN UN UNICO DOCUMENTO (tra l’altro, proprio quello che contiene anche gli altri tre già oggetto dierrata-corrige) a dimostrazione che la procedura di controllo NON ha garantito l’assenza di errori, e quindi la SICUREZZA:“cooling water” che diventa “acqua di riscaldamento” (sic!), “sedici” che diventa“(14)”, ormeggio a Ravenna calcolato per la Golar Tundra (che invece è a Piombino), 2+2+2 briccole di accosto in un’immagine che nella legenda diventano due in tutto. Certo, scrive Merendi“di importanza tecnica minore ma ugualmente significativi sotto l’aspetto della diligenza”.
Per chiudere in bruttezza, è ancora da risolvere anche la contraddizione della posizione dell’impianto PDE-Wobbe alla quale è condizionato il nulla-osta ministeriale, rispetto quella approvata dal Comune di Ravenna. Lo spostamento di quasi un chilometro non pare possa considerarsi una variante di poco conto, accettabile senza una nuova istruttoria e un nuovo iter di approvazione.
Dunque, trascurando impatti ambientali, convenienza economica e schiavitù dalle fonti fossili, per il progetto del rigassificatore di Ravenna e dal solo punto di vista progettuale e procedurale, non pare esagerato parlare di una VERGOGNA SENZA FINE!
(termine per l’invio delle osservazioni sulle “ottimizzazioni” 6 novembre 2023)”
“Italia Nostra sezione di Ravenna