Scandalosa commissione consiliare congiunta Ambiente e Porto tenutasi venerdì 7 maggio a Ravenna, sul tema della Pialassa dei Piomboni, “cimitero delle navi” e Berkan B.
Davanti ai commissari in religioso silenzio, tranne qualche rara e preziosa eccezione, l’Autorità di Sistema Portuale occupa oltre un’ora per quello che appare come un veemente attacco ai cittadini che chiedono conto di quanto sta avvenendo, ormai da anni, in una delle zone ambientalmente più massacrate del nostro territorio. Tre e mezzo sono quelli dal collasso della Berkan B, affondata con i serbatoi carichi di carburante poi disperso nelle acque portuali, tredici per le “caravelle” affondate del “cimitero”, attorno a cui si pescano di frodo vongole destinate al mercato alimentare, decenni per gli altri due rottami.
Italia Nostra viene accusata di fare allarmismi e di diffondere false informazioni, ed arriva, ben sottolineata in premessa all’intervento, la promessa di querele.
Poi, con atteggiamento decisamente incredibile che a nessun comune cittadino crediamo sarebbe concesso, vengono sciorinati atti riservati del fascicolo processuale a carico dell’Autorità Portuale.
Dimentica essa, però, nella sua invettiva, che le domande poste in commissione da Italia Nostra sezione di Ravenna, invitata come esperta da Lista per Ravenna che ringraziamo, non erano rivolte ad un ente in particolare, tant’è che avrebbe potuto rispondere anche la folta platea di tecnici presenti: Parco del Delta del Po, Capitaneria di Porto, Arpae, e, perché no, il Comune stesso, in quanto tutore della salute pubblica, membro del Comitato di gestione portuale e membro del Comitato esecutivo del Parco del Delta del Po.
Così come, lo vogliamo ricordare, non erano rivolte contro alcun ente specifico le due denunce – da cui ha avuto inizio una parte delle indagini – depositate rispettivamente a febbraio 2019, un mese prima del prevedibilissimo epilogo, e marzo, il giorno dopo l’affondamento della Berkan B. Dunque, beneficiando della silenziosa platea di una commissione comunale e del pubblico collegato, uno “show” a propria discolpa ed una indiretta messa in dubbio dell’operato del Pubblico Ministero che ha richiesto il rinvio a giudizio dell’AdSP per inquinamento ambientale? Riguardo alle accuse di diffusione di notizie non veritiere, purtroppo non è stato possibile replicare, poiché sarebbe stato necessario citare atti del fascicolo del procedimento penale.
Ma i cittadini continuano a seguire con sconcerto gli accadimenti e a chiedere quello che a questo punto, se questo è l’atteggiamento, appare come un miraggio, ovvero il rispetto per la salute e per l’ambiente e la bonifica della gigantesca “discarica” di rottami così a lungo abbandonati. Se tali sono le premesse, quel che accadrà dal punto di vista ambientale durante i lavori dell’Hub portuale, per cui è già stata richiesta una moratoria delle normative per consentire lo sversamento a mare di una parte dei fanghi di dragaggio, desta non poca preoccupazione.
Italia Nostra ha ribadito la necessità di dichiarazione dello stato di emergenza ambientale, con la nomina di un commissario che possa porsi sopra le parti ed al di là delle vicende giudiziarie, al fine di risolvere con rapidità e competenza questa vicenda surreale.
Invitiamo i cittadini alla manifestazione a Roma davanti al MiTE il 13 maggio.