” A pochi giorni dall’approvazione in Europarlamento della “Nature Restoration Law”, una legge che prevede l’obbligo di ripristino del 20% degli ecosistemi degradati entro il 2030 (tramite, ad esempio, l’attivazione di opere di greening nei contesti urbani al fine di contrastare la perdita di biodiversità), e a due mesi dall’alluvione che ha colpito la Romagna, l’Amministrazione Comunale di Lugo non sembra intenzionata a mantenere le promesse di “de-costruire, tornando a rendere permeabili parti del territorio” espresse dal Sindaco Ranalli in persona all’indomani dell’evento catastrofico, ammettendo quindi una consapevolezza che la cementificazione è parte del problema.
Dai nuovi accadimenti traspare tutt’altro che l’intenzione a desistere dai propositi di iper-cementificazione e di consumo di suolo, definiti a sproposito quale “rigenerazione urbana” (una vera e propria beffa ai danni dei cittadini e dell’ambiente!) procedendo anzi in aperto spregio del verde stesso di un parco, della biodiversità garantita dalla ivi presenza di alberi trentennali, e di una preziosa area di quartiere ricca di vegetazione, vero polmone e fonte di refrigerio per la comunità. Il contestato progetto di una nuova scuola dell’infanzia in Largo Corelli, che prevede l’abbattimento di 22 pioppi cipressini trentennali su 30 presenti, approvato dalla Giunta comunale a fine 2022 nonostante la forte disapprovazione della cittadinanza, pare infatti destinato a concretizzarsi in tempi brevi, visto l’innalzamento nei giorni scorsi di una recinzione per l’inizio dei lavori di abbattimento attorno all’area interessata, nonostante siamo ancora in periodo di nidificazione. Fatto che ha allarmato i residenti, i quali, dopo essersi riuniti in assemblee ed aver costituito il comitato “Salviamo il Parco di Largo Corelli”, hanno dato vita ad una petizione per fermare l’iniziativa. Gli alberi risultano marchiati quasi tutti (22 su 30) da un pallino rosso, impresso sulla corteccia come un bersaglio. Alla riunione di inizio marzo della Consulta di Lugo Nord, prevista nel tour di presentazione del Bilancio, molti dei residenti contrari alla nuova costruzione vennero zittiti e sulla stampa si lesse per bocca del Sindaco: “Nessuno mi può paragonare a quell’eversivo fascista di Bolsonaro, esattamente come quelli che si organizzano per venire alle riunioni contro gli interventi dell’Amministrazione”, allorché sollevarono dissenso e opinioni contrarie al progetto della nuova costruzione, lamentandosi fra l’altro di non essere stati informati dello stesso per tempo, dato che il piano fu deliberato a fine anno dalla giunta comunale (registrando la sola astensione dell’assessora dei Verdi) senza nulla chiedere ai cittadini. Bellissime, colte e sensate le parole del Sindaco quando, qualche mese fa, aprì l’incontro dedicato ad Antonio Cederna, voce tra le più prestigiose di Italia Nostra, alla presenza, tra gli altri, dell’Assessore Galletti e di Sauro Turroni. Ma perché non dare concretezza alle sue dichiarazioni?
Le perplessità vertono sostanzialmente sul luogo scelto per la realizzazione dell’istituto scolastico e sull’aumento del traffico nella zona. ARPAE come ha valutato i nuovi impatti legati al rumore? Come anche nella precedente riunione di consulta di inizio marzo, ci si chiede se sia per forza indispensabile selezionare quell’area abbattendo molteplici alberi sani e non valutare invece la scelta di altre aree da adibire allo scopo, come edifici e immobili dismessi. Inoltre c’è da chiedersi come “standard” urbanistici di verde pubblico, ovvero dotazioni minime per legge di aree verdi che spettano ad ogni cittadino, possano venir cancellati. Ma l’Amministrazione si è sempre rivelata sorda alla proposta dei cittadini di esaminare eventuali alternative – che pure traboccherebbero – senza sacrificare il verde, come quella dell’ex supermercato in via Macello Vecchio, acquisito dal Comune e destinato a palestra.
Il piano per la nuova scuola dell’infanzia “Filastrocca” prevede un finanziamento di 3 milioni di euro del PNRR a cui si aggiungono ulteriori 300 mila euro che sono stati riconosciuti per la progettazione, a cura dell’architetto Bucci, lo stesso fra l’altro a cui si deve il disegno del tanto discusso Conad Superstore nell’area dell’ex acetificio di Madonna delle Stuoie.
L‘edificio si strutturerà su un unico piano con cinque sezioni per circa 1400 metri quadri e un’area esterna di circa 4000 metri quadri, l’impianto solare e geotermico per la produzione di acqua calda, il riscaldamento a pannelli a irraggiamento nel pavimento e l’impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica verrà realizzata nell’area di largo Corelli, su via Lorenzo Da Ponte, e darà vita, con il vicino nido Corelli, a un polo dell’infanzia 0/6.
Un progetto che si configura come all’avanguardia sul piano dell’efficienza energetica, come del resto tutte le imprese e le elaborazioni caratterizzate da strategie e metodi comunicativi all’insegna della sostenibilità più spinta, ma che di fatto si traduce in solo “greenwashing” nel momento in cui è causa della perdita rilevante di patrimonio arboreo consolidato e di suolo vergine.
Citando direttamente le parole dello stesso sindaco, trattasi di “una costruzione di grande bellezza a emissioni zero che produrrà energia da sola”.
Troppo facile, progettare dopo aver raso al suolo e senza confrontarsi con l’esistente, specie di pregio ambientale come in questo caso!
Facendo eco alle parole che presentano il lavoro dell’architetto Bucci nel volume “Progettare e Costruire”, dove, descrivendo la sua opera, si parla di “Progetti eterogenei per scala e per funzione sottendono una logica del costruire in cui il superfluo e l’eclettico sono banditi”, potremmo ben concludere che gli alberi secondo la logica dell’uomo devono essere banditi, abbattuti, eliminati perché, appunto, superflui? Inutili per la tanto decantata “bellezza” a cui la ratio umana, in questo caso nella veste di un architetto e di una amministrazione comunale, vuole tendere e arrivare, imitando la stessa natura, anzi, con l’ambizione addirittura di superarla. E nel superarla, distruggerla, nonostante ciò che questo comporti anche nei termini del cambiamento climatico che ormai viviamo.
Ma per l’estetica e per la funzionalità della ratio del disegno dell’architetto sembrano salvarsi otto alberi, che poi sono gli stessi, almeno per ora, privi di pallini rossi sulla corteccia. È lui, o meglio il perfezionismo della (s)misurata bellezza del suo calcolo e della sua ratio, che scelgono chi eliminare e chi no. Il gruppo di Lugo di Italia Nostra sezione di Ravenna, certo di rappresentare tante istanze, domanda una revisione del progetto, al fine di salvare tutta l’alberatura esistente.”