“Italia Nostra sezione di Ravenna sta proseguendo le ricerche per far luce sulla vendita dell’Ortazzo ai costruttori immobiliari. Un’operazione tenuta all’oscuro da tutte le Istituzioni coinvolte fino all’articolo che la sezione ha inviato alla stampa pochi giorni fa.
Le ricerche sono tuttora in corso, ma un primo inquietante quadro sembrerebbe già delinearsi.
Per 500 mila euro, i quasi 500 ettari di un patrimonio naturale unico e straordinario, di “notevole interesse pubblico” e di rilevanza europea, comprendente l’unica zona di massima tutela (“A”, Ortazzino) del Parco del Delta del Po Emilia-Romagna, sono stati venduti ad un privato il primo marzo 2023 (quindi ben lontano dalle emergenze alluvione e dalle implicazioni economiche derivate per gli enti pubblici): una cifra che rasenta il ridicolo, 10 centesimi di euro a metro quadro!
Se pensiamo che nel 2021 furono programmati dal Comune di Ravenna i lavori per il rifacimento della torretta di avvistamento in legno a Valle Mandriole per 190 mila euro, possiamo comprendere l’irrilevanza della cifra prevista per l’acquisto dell’Ortazzo.
Il venditore, andato in liquidazione, era l’Immobiliare Lido di Classe S.p.A., proprietaria dal 1971, con sede prima a Milano e poi a Roma. Dalla visura camerale, risulta che soggiacesse dal 2006 “all’altrui attività di direzione e coordinamento da parte della società Parsitalia Costruzioni Srl”, con sede a Roma, nello stesso luogo indicato come sede dell’Immobiliare Lido di Classe. Chi ha seguito le vicende degli immobiliaristi (chiamiamoli così) romani e non ultime quelle dello stadio di Tor di Valle, sa di cosa parliamo.
L’attuale proprietario dell’Ortazzo, Ortazzino, rive delle anse sud del Bevano, pinete e terreni a poche decine di metri dal mare, strappate dal WWF e da altri ad una cementificazione selvaggia negli anni 70, risulta essere la CPI Real Estate Italy S.p.A. La sede è la stessa di Parsitalia ed Immobiliare Lido di Classe, il capitale sociale 50 mila euro, inizio attività a fine 2022, e attività prevalente “gestione di proprietà immobiliari ivi inclusi complessi residenziali di lusso e l’esercizio di servizi connessi su beni propri”. E ancora: “Società sottoposta ad altrui attività di direzione e coordinamento da parte di CPI Property Group SA-L”. Socio unico al 2023, la CPIPG Management s.a.r.l., con sede in Lussemburgo.
Ad una ricerca sulla CPI Property Group, sul sito della società si legge: “CPI Property Group (CPIPG) is one of the largest owners of income-generating real estate in Europe”, e il fondatore e socio di maggioranza risulterebbe essere proprio il magnate ceco Radovan Vítek. Ad una ulteriore ricerca, il gruppo possiederebbe un portafoglio immobiliare di 9,8 miliardi di euro e un fatturato di 291 milioni. Ancora, si legge, riferito a Roma in un articolo del 2022: “L’imprenditore ceco che vuole comprare la Capitale. Dove i vecchi “palazzinari” vedono macerie, l’imprenditore Radovan Vitek vede opportunità. Ben 19 progetti per 5 miliardi di euro strappati al controllo di Parnasi [a cui apparteneva Parsitalia, n.d.r], Toti, Armellini e altri. Così la città viene svenduta agli stranieri e cambia volto”.
Il quadro sembra chiarirsi ancora meglio nella nota integrativa al Bilancio di esercizio 2022 della CPI Real Estate Italy: “… nell’ambito di una più ampia serie di acquisizioni da parte del gruppo CPI sono stati perfezionati dalla società diversi acquisti di terreni e fabbricati delle società del gruppo Parsitalia in liquidazione per un valore complessivo di oltre 9 milioni di euro”. “La società ha ampliato la propria base immobiliare attraverso l’acquisizione di nuove aree. In particolare, è stato recentemente completato l’acquisto di aree fabbricabili nel comune di Ravenna, provenienti dalla società “Lido di Classe”, rappresentando un’opportunità per lo sviluppo futuro della società”. Insomma, se le aree fabbricabili sono interne anche alla zona dell’Ortazzo andata in vendita (e così potrebbe essere ad esempio per l’area posta a sud ovest tra via del Lombardi e via Canale Pergami, classificata come “zona C” di Parco, pari a quasi 80 ettari), queste parole pesano come il silenzio di tutti gli enti pubblici coinvolti. Le ricerche continuano.”