<<Nel 2010, con l’approvazione del PSC, nell’area degli orti alle Bocche dei Canali l’esistente destinazione ad uso residenziale venne convertita a verde pubblico.
Non avvenne per caso, ma a seguito di un’intensa azione degli ambientalisti, col sostegno
di molti cittadini. Dopo dieci anni altri ambienti rurali sensibili sono minacciati dal cemento, a cominciare dall’area antistante villa Ghilana, in via Firenze, parte integrante del paesaggio storico che si estende tra il centro urbano e la collina, e comprendente anche le Bocche dei Canali>> afferma così Italia Nostra.
<<Anche in altre due aree, a nord di via Sant’Orsola e in via Cimatti, il cemento rischia di
cancellare ampie superfici di suolo rurale, in contesti paesaggistici di pregio.
Sono tre nuovi insediamenti residenziali proposti da privati, attualmente all’esame della
Commissione Ambiente e assetto del territorio del Comune di Faenza.
Dopo un decennio in cui si è costruito in eccesso e con molti progetti realizzabili ma fermi,
per mancanza di domanda, un’eventuale decisione di approvare nuove costruzioni appare
del tutto anacronistica e totalmente estranea a motivi di fabbisogno abitativo>> continua Italia Nostra.
<<I dati pubblici sono inequivocabili: ci sono 3800 appartamenti vuoti (dato ISTAT) e altri
3300 nuovi alloggi si potrebbero già realizzare in aree edificabili.
In un tale contesto, una decisione di autorizzare la costruzione di altre nuove case (ville di
alto valore economico) risulta assurda e incomprensibile. Le conseguenze invece sono evidenti: nuove aree cementificate e asfaltate causerebbero i danni ambientali del consumo di suolo e alterazioni del paesaggio rurale e storico.
Inoltre, le opere d’interesse pubblico (richieste dalla legge regionale urbanistica) in queste
tre nuove zone residenziali appaiono insignificanti.
Le proposte prevedono tratti scollegati di piste ciclabili e l’uso pubblico di spezzoni di aree
verdi isolati e casuali, che produrrebbero più costi che benefici>> dichiara Italia Nostra.
Sono interventi che in nessun modo possono compensare il consumo di suolo
causato dalla cementificazione e l’impatto sul paesaggio. Effetti che non sono compensati neppure dagli oneri dovuti per la mancata cessione, da parte dei privati, di porzioni di terreno da destinare a una quota di edilizia popolare, che in queste nuove zone residenziali non viene realizzata>> continua Italia Nostra.
<<Urbanizzazioni, non necessarie, che risultano incoerenti con il principio guida di azzerare il consumo di suolo rurale previsto dal RUE. Nel ribadire la contrarietà alle tre nuove aree residenziali, si segnala tuttavia che dalle relazioni prodotte dai privati emergono valori dei terreni molto bassi rispetto a quelli reali. Se nella compensazione economica per la mancata cessione di aree per edilizia popolare, si applicassero tali valori, al danno ecologico si aggiungerebbe anche quello economico!>> conclude Italia Nostra.