Italia Nostra denuncia una “Strage di fauna protetta agli scavi di Santa Croce”

0
119
“Lunedì 31 marzo giunge segnalazione della presenza di centinaia di rospi smeraldini (Bufotes viridis) nella zona del complesso monumentale della Basilica di San Vitale e del Mausoleo di Galla Placidia. Il loro canto viene registrato, in un attimo di indescrivibile poesia notturna: certamente si tratta degli scavi allagati di Santa Croce, che, nell’incuria, regalano un’inaspettata lirica urbica al cospetto dei monumenti paleocristiani tra i più sacri e preziosi al mondo. Il gracidare è stato identificato con sicurezza da esperti”.
Italia Nostra denuncia la scomparsa dei rospi smeraldini negli scavi di Santa Croce. Nei giorni scorsi, infatti, gli scavi sono stati svuotati dalle acque e dei rospi non vi è più stata traccia: “La verifica è stata eseguita per alcune sere consecutive. L’acqua dagli scavi è stata aspirata, e con tutta probabilità anche le centinaia di rospi. Una strage”.
Nonostante qualcuno possa sorridere, il rospo smeraldino è specie particolarmente protetta dalla Legge Regionale 31 luglio 2006, n. 15 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna” ed è elencato in appendice II della Convenzione di Berna e appendice IV della Direttiva Habitat (92/43/CEE): “Dunque la sua uccisione rappresenta un reato, con sanzioni per svariate migliaia di euro”.
“Non riteniamo che i rospi debbano abitare presso gli scavi di Santa Croce: ma se per qualche motivo vi sono finiti, non possono essere uccisi – come probabilmente accaduto – ignorando le leggi. Tra l’altro pare che gli scavi si stiano nuovamente allagando. Un episodio sconcertante che verrà segnalato e che mostra incuria, degrado e scarsa conoscenza a tutti i livelli, sia del patrimonio archeologico che di quello ambientale”.