“Come annunciato e segnalato da attoniti cittadini che stanno assistendo impotenti, nuova strage di alberi in via Maggiore. A farne le spese i pini piantati almeno sessant’anni anni fa per conferire qualità urbanistica ed ambientale alla via d’accesso principale della città; città che annovera il pino domestico nel suo stemma.
Pare ne verranno abbattuti altri sette. Uno dei primi tirati giù appariva in condizioni di perfetta verticalità, forse solo con una chioma non perfettamente folta. Si può ipotizzare che sia stato abbattuto a causa del poco pregio ornamentale, dal momento che gli alberi vengono classificati anche in base al loro valore estetico.
Le radici massacrate per anni dai lavori per la posa dei sottoservizi, non ultima la fibra ottica e relative cabine – in via Maggiore spesso realizzate proprio dove prima vi erano alberi – sepolti da cordoli e asfalto, ormai additati come pericolosi “alberi killer”, i pini domestici subiscono da alcuni anni una vera e propria persecuzione, che nega il loro valore di alberi altamente benefici per mitigare l’inquinamento urbano e migliorare la qualità dell’aria, motivo per cui ad esempio venivano piantati attorno a sanatori ed ospedali. Allo stesso modo viene disprezzato il loro valore ornamentale ed identitario per Ravenna e per il paesaggio italiano, che li rende tra gli alberi esteticamente più rilevanti del nostro Paese. Non a caso, la prima legge di tutela del paesaggio italiano fu scritta appunto per una pineta, e proprio a Ravenna. Al Centro Sud, poi, sono sottoposti all’attacco della Toumeyella parvicornis, un insetto che ne sta conducendo a morte migliaia a Roma, senza che nessuno se ne prenda cura, nonostante esistano rimedi semplici ed efficaci.
Siccità, ingressione del cuneo salino, clima impazzito e capitozzature selvagge fanno il resto. Poi si parla di “compensazioni”, di milioni di nuovi alberi da piantare, di “forestazione urbana”, e in periodo pre-desertificazione come l’attuale, si mettono a dimora piantine abbandonate al loro destino. Quando invece ogni singolo albero sarebbe da monitorare, proteggere, curare, mettere in sicurezza e tutelare come un bene preziosissimo, in particolar modo quelli di età adulta, in quanto non certamente comparabili, per capacità di mitigazione e benefici ambientali, con piantine di pochi anni. Senza contare il rifugio e la possibilità di nidificazione che questi offrono all’avifauna, la cui presenza, specie nelle città, è ormai sempre più rara. Insomma, una spirale inarrestabile di temperature sempre più torride, con sempre meno alberi a contrastarle, ed un clima in evidente mutazione che provoca le tempeste che poi li danneggiano. Nonostante l’evidenza, per un asse viario di primaria importanza come via Maggiore prosegue, un po’ per volta, il progetto di abbattimento di tutti gli alberi esistenti, senza che questi vengano in alcun modo ripristinati. Al motto “i pini aiutiamoli a casa loro” (leggasi “pinete”) via Maggiore si appresta a divenire un’ “isola di calore”, un forno rovente di asfalto e cemento ed uno sconcio biglietto da visita per Ravenna, evidenziando ancora una volta lacune e disinteresse degli assessorati competenti. Italia Nostra ha richiesto al Comune di poter visionare tutte le autorizzazioni, per comprendere se, come per gli abbattimenti del 2019, alcuni alberi avrebbero potuto invece essere risparmiati.”