“Colpo di scena nella vicenda delle torri Hamon. Siamo riusciti solo ora a guardare il nuovo Piano urbanistico generale del Comune di Ravenna (PUG) e quanto sta succedendo alle torri Hamon rispetto a ciò che si legge è inaudito. Così scrive, nel 2021, il PUG: “Raffineria ex SAROM che rappresenta l’impianto-simbolo di una lunga fase di sviluppo economico”, “un’area collocata in una posizione strategica, (…) la Darsena ad ovest per prospettare unapresenza qualificata di attività terziarie e spazi pubblici in grado di potenziare il telaio verde della città esistente”. “… esistono alcune importanti potenzialità (…) la persistenza di alcune importanti e robuste tracce della natura e dell’industria preesistenti, si configura come una risorsa strategica: la striscia verde della pineta Monaldina(…) e i due straordinari monumenti di archeologia industriale delle torri di raffreddamento dell’ex raffineria che si fronteggiano a poca distanza dal Canale Candiano suggerendo la prefigurazione di una piazza alberata (…) una grande piazza contemporanea capace di ospitare grandi eventi culturali, artistici, musicali, sportivi, sociali e ludici all’aperto, per donare alla città un luogo da sempre ‘ostile’ attraverso un radicale capovolgimento di senso”. E ancora, “l’ulteriore area da forestare e attrezzare compresa tra la fascia suddetta [quella delle due torri] e via Trieste”. “Le aree cedute al Comune per il verde boschivo e forestale potranno essere realizzate (…) anche attraverso fondi del PNRR o altri fondi nazionali,” “un paesaggio straordinario di transizione dinamica tra la memoria storica più profonda della città, la grande macchina portuale e le risorse naturali dell’ampia fascia costiera”
Infine, afferma: ““Camini sonori”, archeologia industriale da recuperare e rifunzionalizzare, le due torri Hamon (…) costituiscono una componente strutturante (…) che punta alla conservazione e attualizzazione dell’identità storica delle aree industriali. I “camini sonori” rappresentano i landmark riconoscibili e connotanti il nuovo paesaggio urbano, e potranno consentire la sua percezione dall’alto e accogliere funzioni compatibili con la particolare tipologia che li caratterizza”. Conclude poi la “Piazza dei “camini sonori” (…) tiene insieme i due grandi camini di archeologia industriale (…) che il PUG intende conservare, tutelare e valorizzare e, unitamente al bosco attrezzato, costituisce uno spazio pubblico vitale nel quale svolgere eventi artistici, culturali, sociali, ludici e sportivi, in sinergia con gli usi e le funzioni che potranno essere accolti nei grandi camini sonori”.
Un progetto di tutt’altro tenore… altro che abbattimento, distruzione del bosco cresciuto in questi anni e impianto fotovoltaico! Ma il Sindaco, nonostante si tratti di un’area ampia e strategica per la città, non ha aperto bocca su questo! Perché? Il PUG, già assunto e pubblicato per le osservazioni dei cittadini, dorme da tre anni nei cassetti e viene annullato sotto silenzio per quanto riguarda il comparto ex SAROM prima che sia aperto il dibattito per la fase dell’approvazione finale: perché un voltafaccia così radicale, con le dichiarazioni ironiche di Autorità Portuale, il silenzio del Sindaco e il commiato lacrimoso di Vicesindaco Fusignani e Assessora al porto Randi? Il Sindaco de Pascale compia un gesto di coraggio e trasparenza, chieda ad ENI il completamento delle bonifiche dei terreni, fermi le demolizioni e faccia valere il PUG dove, sul frontespizio, è scritto il suo nome e quello dell’Assessora all’urbanistica ing. Del Conte. Faccia valere il progetto di qualità del PUG elaborato dai suoi Uffici nell’interesse dei cittadini; faccia rispettare gli interessi collettivi e la democrazia! I lavori alle torri hanno subito un’accelerata: salvi almeno la torre non ancora toccata oppure si dimetta.”
Italia Nostra sezione di Ravenna